Berlusconi: ecco il suo vero nemico

Oggi è venerdì 5 giugno 2009.
Domani e il giorno seguente avranno luogo in Italia le elezioni per la VII legislatura (2009-2014) del Parlamento europeo.
Tale consultazione è stata preceduta, come ormai da almeno quindici anni, da una campagna elettorale all’insegna del pro o contro Berlusconi.
Nonostante ciò che emerge dai dati che ho pubblicato nel precedente post, sulla tutt’altro che reale adesione del paese al partito del cavaliere come a chi si auto definisce l’opposizione, i media sono stati in questi ultimi mesi sovraccaricati di notizie sulla vita pubblica e privata di Silvio, vero motore dell’informazione nazionale.
Ripeto questo punto perché penso sia di fondamentale importanza: alle elezioni politiche del 2008, quelle che le hanno permesso di occupare la maggioranza del parlamento, la PdL ha ottenuto il consenso di meno di 14 milioni di persone, ovverosia 3 italiani su 10.
Tenendo conto che il partito di Berlo è nato dall’unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale e dando per scontato che la prima coalizione sia tra le due maggioritaria, possiamo affermare che di quei 3, solo 2 hanno votato effettivamente per lui.
Eppure, dal giorno che è sceso in campo, da noi non si parla altro che di Berlusconismo, dell’Italia di Berlusconi, dello scaltro imprenditore che ha in mano il paese.
è comprensibile.
I giornali, come le tv, non restituiscono mai la piena realtà dei fatti e nessuno di noi può affermare di avere in mano la verità assoluta senza tema di venir accusato di presunzione, per non dire altro.
Per questa ragione ogni giorno viene offerta al pubblico un’immagine, ovvero una storia, una fiction a puntate, con personaggi principali e loro antagonisti.
In tanti testi sul narrare che ho letto ho sempre ritrovato un punto fondamentale: non esiste una storia se non v’è un conflitto.
Il racconto si fa avvincente solo se i personaggi sono contrastati da qualcosa o meglio da qualcuno.
Ogni eroe ha bisogno di un nemico che gli sia all’altezza e viceversa.
Ogni grande protagonista necessita della sua nemesi, soprattutto nella sua accezione anglosassone, un avversario dalla personalità diametralmente opposta alla sua.
Prendiamo ad esempio Batman e proviamo ad elencare cinque sue caratteristiche principali, che lo rendono un degno supereroe:

1. Onesto
2. Incorruttibile
3. Leale
4. Rispettoso della legge
5. Difensore della città

All’uomo pipistrello si contrappone il perfido Joker, che al contrario è:

1. Disonesto
2. Corrotto
3. Sleale
4. Fuorilegge
5. Nemico della città

Proviamo ad applicare lo stesso schema alla scena italiana.
Ma quello è un fumetto”, potrebbero obiettare alcuni, “la politica è vita vera…
Tuttavia, come ho provato all’inizio, la sfida elettorale nostrana non si gioca affatto sulla verità, piuttosto su una delle tante possibili rappresentazioni di quest’ultima, proprio come un fumetto.
Nella storia italiana più raccontata degli ultimi quindici anni, il personaggio principale è senza sorprese Silvio Berlusconi, del quale elenco cinque aspetti salienti:

1. Ricco

Ora veniamo al personaggio più difficile da individuare: la nemesi di Silvio, il suo degno concorrente. Per tenere testa al suo avversario, dovrebbe essere più o meno così:

1. Un individuo che non goda di alcuna ricchezza personale
2. Una persona che venga dal basso, un uomo qualunque
3. Un cittadino mai indagato, al di sopra di ogni sospetto.
4. Una persona coerente
5. Senza alcun conflitto di interessi
Finora, in questa tutt’altro che avvincente vicenda, il personaggio Berlusconi è stato affrontato in ordine cronologico da:


Ora, da che mondo è mondo, prima o poi Batman vince su Joker, Superman sconfigge Lex Luthor e Topolino manda in galera Gambadilegno.
Ma allora perché in Italia, ben tre dei quattro presunti eroi del centro sinistra sono stati sbaragliati da Silvio?
Perché l’unico che è stato capace di batterlo, Romano Prodi, nonostante il seppur esiguo primato del 2006 non è stato capace di mantenerlo?
Perché un uomo ricco, potente, contraddittorio, inquisito e in un colossale conflitto di interessi, ha vinto per ben tre volte le ultime cinque elezioni politiche?
La risposta è semplice: perché non ha ancora avuto davanti un avversario che non goda di alcuna ricchezza personale, una persona che venga dal basso, un uomo qualunque, un cittadino mai indagato e al di sopra di ogni sospetto, una persona coerente e senza alcun conflitto di interessi.
Ora, perlomeno alle elezioni europee, il testimone è in mano a Dario Franceschini.
Forse sarà per questo che preferirei leggere Batman che andare a votare…