Alfano: la colpa è di Stefano Cucchi?!




Non so se avete letto o ascoltato la relazione del ministro della giustizia Angelino Alfano che dovrebbe ricostruire i fatti che hanno portato alla morte di Stefano Cucchi.
In sintesi Alfano ha detto che:
L'arresto di Cucchi, alle 23.30 del 15 ottobre, da parte dei Carabinieri, e la successiva perquisizione domiciliare, sono avvenute "senza concitazione e senza particolari contatti fisici".
Durante la sua permanenza presso i locali della Stazione carabinieri Appia ("più precisamente dalle ore 23,40 del 15 ottobre alle ore 3,30 circa del 16 ottobre"), Cucchi è stato "custodito e guardato a vista" dai carabinieri per poi essere accompagnato, alle 3.55, presso le camere di sicurezza della Stazione dei carabinieri di Tor Sapienza. Fino a quel momento Cucchi è stato descritto come "lucido, cosciente ed in condizioni di salute compatibili con lo stato di detenzione, senza ferite o ecchimosi diverse da quelle tipiche della tossicodipendenza in fase avanzata".
Intorno alle ore 5 il giovane contatta con il campanello il piantone della camera di sicurezza "dichiarando di soffrire di epilessia e manifestando un generale stato di malessere".
A questo punto, anche contro la volontà di Cucchi, viene chiamato il '118': i sanitari arrivano ma il giovane rifiuta la visita e il ricovero ospedaliero.
Alle 9,20 circa del 16 ottobre è portato in tribunale per la convalida dell'arresto. In attesa della celebrazione del processo direttissimo, è affidato alla Polizia penitenziaria per la detenzione nelle camere di sicurezza del Palazzo di giustizia.
Alle 12,30 è accompagnato dai Carabinieri in aula. Prima dell'inizio del giudizio, Cucchi incontra il padre, con il quale - riferisce Alfano - "si è intrattenuto a parlare".
Nessuna "anomalia" viene rilevata durante l'udienza.
Alle 13,30 passa in consegna alla Polizia penitenziaria, e anche in quel caso nessuna "anomalia" è segnalata.
Alle 14,05, il referto del medico della città giudiziaria riscontra "lesioni ecchimotiche in regione palpebrale inferiore bilateralmente".
Al medico il giovane riferisce di lesioni alla regione sacrale ed agli arti inferiori rifiutando però un controllo sanitario.
Condotto al carcere di Regina Coeli, viene visitato dal medico di guardia dell'ambulatorio che evidenzia "ecchimosi sacrale coccigea; tumefazione del volto bilaterale orbitaria; algia della deambulazione degli arti inferiori".
Il giovane detenuto riferisce "un senso di nausea e di astenia" e dice di essere "accidentalmente caduto dalle scale".
Il medico del carcere dispone accertamenti radiografici e visita urgente.
Alle ore 19,50 il trasferimento in autoambulanza all'ospedale Fatebenefratelli, dove arriva alle 20,01.
Gli vengono riscontrate "la frattura corpo vertebrale L3 sull'emisoma sinistro e la frattura della vertebra coccigea".
Invitato al ricovero, Cucchi lo rifiuta, e viene dimesso alle 22.31 "con 25 giorni di prognosi e contro il parere dei sanitari".
Trasferito nuovamente a Regina Coeli, è ricoverato per osservazione presso il locale centro clinico.
Il 17 ottobre lamenta "nausea e dolenze diffuse", viene nuovamente visitato dal medico del carcere al quale Cucchi riferisce sempre di una caduta.
Trasferito al Fatebenefratelli, vi arriva alle 13,25 e questa volta accetta il ricovero.
Alle 19,45, passa al reparto di medicina protetta dell'ospedale Sandro Pertini, dove muore il 22 ottobre per "presunta morte naturale".
Anche ai sanitari del Pertini Cucchi disse che le ecchimosi sul volto erano conseguenza di una "caduta avvenuta accidentalmente il giorno prima del suo compleanno".
Continua Alfano: "Giova evidenziare - giova??? - che proprio nel corso della visita medica Cucchi ha ribadito verbalmente quanto già sottoscritto all'atto dell'ingresso in reparto, e cioè il non consenso alla diffusione di notizie sanitarie a chiunque, inclusi i suoi familiari". A detta dei medici, avrebbe "mantenuto un atteggiamento scarsamente collaborativo, rifiutando la visita oculistica ed alcuni accertamenti radiografici ulteriori".
I familiari di Stefano non hanno potuto far visita al giovane o avere sue notizie perché sprovvisti di autorizzazione del magistrato e perché, secondo Alfano, Stefano avrebbe messo per iscritto il suo diniego.

Ricapitolando, il ministro ha dichiarato che:
In seguito alla crisi epilettica del 16 ottobre Stefano Cucchi rifiuta la visita e il ricovero ospedaliero.
Tra le 13.30 e le 14.05 del 16 ottobre succede qualcosa in seguito alla quale al giovane vengono riscontrate gravi lesioni.
Stefano Cucchi dichiara di essere caduto dalle scale. Non è stato spinto, nessuno l’ha malmenato, quindi è il solo responsabile delle sue ferite.
La sera del 16 ottobre Stefano rifiuta il ricovero.
Il 17 ottobre il giovane accetta finalmente il ricovero.
Il 22 ottobre, cinque giorni dopo, Stefano Cucchi muore di presunta morte naturale.

Concludendo, tutta la spiegazione di Alfano si basa sulla parola del giovane ormai defunto, su quello che lui ha scelto di fare e non fare e sulla sua stessa dichiarazione riguardo alla caduta.
Credo che le parole di Alfano rappresentino una simbolica immagine del nostro paese.
Volete sapere come sono andate veramente le cose? Chiedetelo al morto