La paroliera di Berlusconi e la rivolta dei poeti

 

Storie e Notizie N. 123

La Storia:

Nell’aldilà:

“Giosuè, siediti, che devo dirti una cosa…” fa Pietro entrando nella sala hobby riservata ai grandi poeti italiani.
Il santo ha in mano un quotidiano, che Carducci nota ma obbedisce e si accomoda su una sedia.
“Anche voi”, fa Pietro invitando gli altri scrittori ad avvicinarsi, “riguarda anche voi…”
Pascoli e D’Annunzio abbandonano il ping pong, il primo irritato perché per la prima volta era in vantaggio e il secondo felice per l’identico motivo.
Leopardi non si stacca dal videopoker e Montale lo dove strappare a forza dalla partita.
Anche quest’ultimo, insieme a Quasimodo, Saba e Cardarelli, abbandona con riluttanza lo scopone scientifico.
Mai disturbarli quando sono nel pieno del match.
Lo sa bene Ungaretti, il quale ha ormai compreso che non è il caso di farli partecipi del suo ennesimo record con il flipper.
Tutti gli altri va bene, ma quei quattro, quando giocano è meglio lasciarli perdere.
L’unico che ha il privilegio di interromperli è Foscolo.
Da quando si diletta di cucina – torte, per essere precisi – ognuno dei presenti è ben contento di mollare qualsiasi cosa pur di gustare le sue creazioni.
Dicono che come cuoco sia diventato anche più bravo che come poeta e ho detto tutto.
Foscolo è l’ultimo ad unirsi al gruppo, tutti seduti intorno a Pietro, in piedi e con il giornale aperto.
“Spero sia qualcosa di importante…” fa accomodandosi accanto a Carducci. “Stavo scrivendo…”
“Ugo…” lo riprende Montale. “Sei morto… basta con le poesie, tanto non te le legge più nessuno, oltre a noi…”
Breve è la vita, e lunga è l'arte…” risponde l’altro ispirato, suscitando gli sberleffi dei colleghi.
“Ascoltate”, fa Pietro, riguadagnando la loro attenzione, “devo darvi una notizia che non credo vi farà piacere. Riguarda l’Italia. La scuola, in particolare…”
“E che hanno fatto, stavolta?” osserva Ungaretti. “Hanno proibito agli studenti di leggere le poesie?”
“No”, fa il santo, “non proprio…”
“Spiegati meglio…” fa Quasimodo, ancora seccato per aver lasciato le ottime carte che aveva in mano.
“Ecco…” fa Pietro leggermente imbarazzato. “Dovete sapere che in occasione del prossimo anno scolastico, il governo Berlusconi distribuirà 70.000 copie di un cd. Quest’ultimo contiene alcune delle vostre più note poesie…”
“Davvero?” salta su Carducci. “E’ un’ottima idea! Ma allora perché hai detto che la notizia non ci avrebbe fatto piacere?”
“Già”, osserva Saba, “un invito alla lettura è sempre una buona cosa. Soprattutto in un paese di analfabeti come il nostro…”
“Sì…” tenta di spiegare meglio Pietro. “Il fatto è che le poesie non sono fatte per essere lette, ma ascoltate…”
“Va bene”, commenta Cardarelli. “Se vengono declamate da un bravo attore, le rime acquistano vigore. Chi sono gli interpreti? Gassman? Salvo Randone? Romolo Valli?”
“Sono tutti morti…” gli ricorda Pietro. “Comunque, le poesie nel cd non sono recitate...”
Il gruppo rimane in attesa, alquanto perplesso.
“Le vostre poesie sono cantate…” rivela loro il santo.
“Cantate?” fa Ungaretti basito, così come gli altri. “E da chi? Mina? Mina è viva, no?”
“Sì, ma non si tratta di Mina”, risponde Pietro.
Quindi, leggendo sul quotidiano, informa i poeti: “Ve lo dico subito chi sono gli interpreti. Giosué, la tua Pianto antico è cantata da Danilo Brugia e Idaelena…”
“E chi diavolo sono?” chiede Carducci agitato.
“Il primo è un attore di fiction”, risponde Pietro, un appassionato del genere. “Sai, tipo Cento Vetrine…”
Giosuè scoppia a piangere.
“Su, non fare così…” tenta di rincuorarlo Pietro. “Idaelena ha cantato pure a I Raccomandati…”
E i singhiozzi del poeta salgono di volume.
Le parole più adatte per descrivere ciò che accade dopo sono inevitabilmente due: sconforto e rabbia.
Pascoli, quando apprende che la poesia X Agosto, dedicata al padre morto la notte di San Lorenzo, sarà intonata dal celebre Antonino, un ex concorrente di Amici, tenta addirittura il suicidio, dimentico di essere già defunto, mentre Ungaretti, non appena sente il nome di Iva Zanicchi accostato alle rime della sua La madre per poco non strappa il giornale dalle mani di Pietro per mangiarselo.
Più o meno lo stesso vale per gli altri, scoprendo che gli scritti che hanno impresso nella storia del proprio paese saranno diffusi, tranne qualche rara eccezione, per voce di personaggi usciti da reality e soap opere.
Ma soprattutto, quando tutti quanti vengono a sapere che i poemi saranno musicati da Loriana Lana, nota come la paroliera di Berlusconi, Pietro è costretto a fuggire dalla stanza e chiuderli dentro.
Non sa fino a quando riuscirà a trattenerli.
Qualcuno, qui da noi, dovrebbe iniziare a preoccuparsi…



Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.

Il popolo e la tragica storia d'Italia, Sabato 20 marzo 2010 a Roma.