10 milioni per Annozero: peggio Santoro o Rai?

Storie e Notizie N. 185

Tra i temi più discussi di oggi nella rete vi è sicuramente quello della presunta buonuscita di 10 milioni di euro che Michele Santoro dovrebbe intascare per terminare il suo contratto con la Rai.
Dico presunta perché, come spiega il conduttore in un messaggio sul sito della trasmissione, l’accordo non è stato ancora sottoscritto e credo sia opportuno esprimere opinioni definitive a tempo debito.
Ciò nonostante, si sa, il mio paese è terra di tifosi e di spettatori.
Qualcuno, il neo fondatore di Gogol – il motore di ricerca delle libertà – lo ha capito meglio di tutti.
E così il web si divide essenzialmente tra i cittadini scandalizzati dal paladino venduto e i fedelissimi stoicamente solidali con l’eroe catodico, senza se e senza ma.
Eppure, un amletico quesito mi sorge spontaneo: è più contraddittorio il prode Santoro che prende tali cifre o la fallimentare Rai che glieli da, per chiudere la trasmissione più redditizia del suo palinsesto e che in questi anni gli ha fatto guadagnare molto di più di dieci milioni di euro?

La Storia:

C’era una volta una squadra di calcio di nome Real Rai.
La squadra di calcio di nome Real Rai aveva un direttore generale che possiamo chiamare Mauro Masi.
Il direttore generale Mauro Masi prendeva le sue decisioni insieme al Consiglio di Amministrazione, il CdA.
Il CdA era formato da una parte di consiglieri cosiddetta di maggioranza e da un’altra ovviamente di minoranza.
Maggioranza e minoranza, come è da sempre nel gioco delle parti, discutevano su ogni cosa e quasi mai riuscivano a trovarsi d’accordo.
Oltretutto, la squadra non si trovava di certo in un buon momento.
La classifica era pessima, poiché il Real Rai aveva terminato il torneo ad un passo dalla zona retrocessione.
Oltretutto da un po' di tempo giravano insinuazioni che qualcuno in società facesse addirittura il doppio gioco e favorisse la rivale di sempre, l’Atletico Mediaset, che in quell’anno aveva vinto a mani basse entrambi i derby, sia all’andata che al ritorno.
L’evento clamoroso capitò quando dopo la fine campionato una notizia sensazionale finì in prima pagina su tutti i quotidiani sportivi: il centravanti Michele Santoro, la punta di diamante, il fuoriclasse che – dati alla mano – aveva contribuito alla maggior parte dei pochi introiti della società, grazie soprattutto alle pubblicità e agli sponsors che attirava con le sue prestazioni, sarebbe stato venduto.
Mi correggo, venduto non è la parola giusta.
Il Real Rai avrebbe dato lei stessa dieci milioni di euro al calciatore per recidere il contratto.
Una cosa assurda, non è vero?
Come se il Barcellona decidesse di dare la stessa cifra a Messi per andarsene…
Mentre i gruppi storici di tifosi dell’Atletico Mediaset – i Promoters of Freedom – gioivano alla notizia, i sostenitori e gli abbonati del Real Rai ci rimasero molto male.
“Ma come”, disse la sua uno dei maggiori giornalisti sportivi del paese, notoriamente tifoso del Real, “diamo dieci milioni a Santoro per andarsene e continuiamo a pagare una fortuna quella pippa di Bruno Vespa? Come portiere prende più goal lui di mia nonna che è cieca…”
Ciò nonostante, il direttore generale, la maggioranza e soprattutto anche l'insospettabile minoranza furono d’accordo sull’allontanamento del campione.
Cosa ci guadagnò la dirigenza del Real Rai in quell’affare?
Nessuno fu in grado di rispondere a questa domanda.
Tranne forse l’Atletico Mediaset e il suo presidente…

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