Per Romani Tg1 di Minzolini è il migliore? Ecco perché
Storie e Notizie N. 195
“Il Tg1 di Minzolini non mi dispiace, è quello che guardo se voglio essere sicuro di essere informato in una maniera ragionevolmente corretta.”
Questa suggestiva osservazione è stata fatta dal vice ministro allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni Paolo Romani.
Quest’ultimo, non contento, tra le altre cose avrebbe in sintesi aggiunto: “Serena Dandini è peggio di Santoro, il Tg3 fa danni per trenta minuti, mentre Rainews 24 per ventiquattro ore al giorno.”
Tuttavia, mentre questi possono essere archiviati come prevedibili giudizi di un detrattore dei suddetti conduttori e trasmissioni, è la prima dichiarazione che mi interessa.
Come fa un vice ministro con delega alle comunicazioni, di fronte al telegiornale più parziale della storia televisiva, a dire una cosa del genere?
Ebbene, il sottoscritto ha scoperto con quale arcano processo venga fuori qualcuno che trovi la faccia per esprimere tali incredibili opinioni…
La Storia:
Prendi un individuo a caso, un Paolo come tanti.
Un uomo medio, magari di Milano.
Un cittadino con una cultura medio bassa, preferibilmente non laureato.
Il che è condizione necessaria, ma non sufficiente, sia ben chiaro.
Metti che sia una persona intraprendente e che possibilmente abbia iniziato la sua carriera fondando nel 1974 una rete privata.
Che so, tipo TeleLivorno, va’, una a caso.
Immagina che poi due anni più tardi divenga direttore generale di un’altra emittente.
Una delle tante, come ad esempio Rete A, o MilanoTv e Canale51.
Ma è solo un esempio, eh?
Dicevo, una come Rete A, un canale di prestigio che si vanti di aver lanciato montagne di indispensabili telenovelas e dato lustro a personaggi di prestigio come Guido Angeli e Wanna Marchi, oltre a preziose collaborazioni con giornalisti di spicco del calibro di Emilio Fede, reporter noto nel paese per la sua indubbia onestà intellettuale.
Poniamo caso che nel 1986, dopo tali folgoranti trascorsi, il nostro riceva la proposta di diventare amministratore delegato di un altro canale emergente.
Uno qualsiasi, come Telelombardia.
Uno qualsiasi, come Telelombardia.
Metti che tale invito gli sia fatto da un galantuomo dalla fedina penale illibata, uno come Salvatore Ligresti, arrestato e condannato per tangenti, ma che oggi è nel consiglio di amministrazione di Rcs e Unicredit, tanto per dire.
Immaginiamo ora che il nostro eroe decida di mettersi in proprio, per dirigere un canale tutto suo.
Uno come Lombardia 7, così, facendo per ipotesi.
E metti che questo canale diventi popolare grazie ad una trasmissione per adulti condotta da una nota pornostar e collegata a numeri 144 e 166, ovvero i cosiddetti telefoni erotici.
Avete presente che specie di programma? Tipo "Vizi privati e pubbliche virtù", quel geniale talk show condotto da Maurizia Paradiso.
Un fiore all’occhiello in qualsiasi curriculum di qualcuno che desideri far carriera nel campo delle comunicazioni.
Infatti, metti che nel 1994 il nostro Paolo venga eletto deputato esattamente dopo questa significativa dimostrazione di competenza e abilità.
Immagina che il partito che lo accolga sia un movimento creato da un discusso imprenditore, anch'egli uomo di tv, sin da allora accusato di scendere in campo per salvarsi dai processi che lo riguardano.
Qui non faccio esempi, suppongo non serva.
Qui non faccio esempi, suppongo non serva.
Ecco, ora metti che in questi anni il protagonista di questa storia faccia carriera nel partito e diventi vice di un importante ministero e con un’autorevole delega.
Come il Ministero dello Sviluppo Economico e la delega alle Comunicazioni.
Avete presente adesso il quadro completo?
Ricordatevi da dove quest’uomo è partito e riflettete su cosa è diventato e grazie a chi.
Non pensate che direbbe qualsiasi cosa pur di continuare la strada fatta finora?