10 domande ad Andreotti: se l’andava cercando

 

Storie e Notizie N. 233

Come molti di voi sapranno, ieri sera è andata in onda nella trasmissione La storia siamo noi, un’intervista a Giulio Andreotti, il quale, alla domanda di Gianni Minoli su chi avesse ucciso l’avvocato Giorgio Ambrosoli, ha così risposto: “Questo è difficile, non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici. Certo è una persona che, in termini romaneschi, se l’andava cercando”.
Per chi non lo rammenta, Ambrosoli venne ucciso nel 1979 da un killer ingaggiato da Michele Sindona, il noto banchiere siciliano su cui stava indagando.
L’uscita infelice – per usare un eufemismo – del senatore a vita era già stata preannunciata ieri da tutti i media nostrani e una prevedibile valanga di critiche e accuse è piovuta sul gobbo più famoso d’Italia, inducendolo a comunicare una debole rettifica: “Mi dispiace, sono stato frainteso.”
Tra tutti i commenti, quello che prendo ad esempio, per autorevolezza e intelligenza, è di Umberto, figlio minore dell’avvocato scomparso: "Andreotti è perfettamente coerente con la propria storia, con il processo di Palermo, con il processo per l'omicidio di mio padre. Ciascuno, con questa frase, potrà arricchire il proprio giudizio su quella storia, su quegli anni e sui suoi protagonisti. Per il resto, è superflua qualsiasi altra considerazione".
Risposta perfetta.
A mio modesto parere, il problema è che ad Andreotti non si fanno le domande giuste.
Non aspettiamo che se ne vada anche lui lasciando quattro ridicole lettere…

La Storia:

Prima domanda:
Non si vergogna a sedere ancora oggi in Senato dopo che i giudici nel 2003 l’hanno ritenuta colpevole di partecipazione ad associazione per delinquere?

Seconda domanda:
Cosa pensa prima di addormentarsi dato che per anni ha frequentato i peggiori boss di Cosa Nostra?

Terza domanda:
Anche il giornalista Mino Pecorelli se l’è cercata?

Quarta domanda:
Quando nel maggio del ’92 sono stati uccisi Falcone e Borsellino, le è dispiaciuto più per la loro morte o per non essere stato eletto presidente della Repubblica?

Quinta domanda:
Perché ha voluto che il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa tornasse in Sicilia?

Sesta domanda:
Anche Dalla Chiesa se l’è cercata?

Settima domanda:
Come fa a ritenersi cristiano con un tale passato alle spalle?

Ottava domanda:
Osservando lo sfacelo in cui è ridotto oggi il nostro paese, non si sente un po’ responsabile?

Nona domanda:
E’ stato lei a far avere a Sindona la bustina di zucchero con il cianuro? Se l’è cercata anche lui?

Decima domanda:
Ormai la fine è vicina, senatore. Si confessi prima che sia troppo tardi: ci dice la verità sulla storia d’Italia?

Come si dice in termini romaneschi? Ah, te le sei cercate…



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