Berlusconi Cuffaro e i siciliani Udc: i mafiosi in aiuto del boss



Storie e Notizie N. 239

A quanto leggo stamani, pare che durante la sua affannosa ricerca dei famosi numeri, Berlusconi abbia avuto risposte confortanti da Totò Cuffaro e altri deputati Siciliani Udc vicini a quest’ultimo, ovviamente facendo loro proposte a cui non potrebbero rifiutare, per usare un’espressione così a caso, la prima che mi è venuta in mente.
Casini commenta la cosa con apparente distacco: “Vadano dove vogliono, i nostri sondaggi sono in crescita.
Ci avete fatto caso? Sono tutti perennemente in crescita.
Qualunque cosa accada, che vincano o perdano le elezioni, c’è sempre un dato positivo.
Ed è un dato fondamentale.
Sapete qual è? Hanno ancora la poltrona sotto il culo, se mi lasciate passare un francesismo.
Naturalmente, alcuni di voi, sentendo parlare di Sicilia e Cuffaro associati a Berlusconi, potrebbero fare un’altrettanto affrettata quanto superficiale associazione di idee: ecco i mafiosi in aiuto del boss.
Oppure, i mafiosi si ve(n)dono nel momento del bisogno.
O anche, quando il padrino chiama la mafia risponde.
Siete – ed io con voi – solo degli inguaribili ingenui.
E la seguente storia ve lo prova:

La Storia:

Il mio nome non ve lo dico.
Lo so bene come vanno a finire queste cose, la gente parla, parla troppo e sempre a sproposito.
Vi dico solo che siedo in parlamento.
Sono un onorevole.
Un uomo di centro.
Lì, nel mezzo.
In medio stat virtus, la virtù sta nel mezzo, così dicevano i Latini.
E dicevano bene.
Perché solo rimanendo fermo in quel mezzo, ovunque esso si trovi, puoi conservare e proteggere le tue virtù.
Quali virtù? Che domande: quelle cattoliche.
Prudenza, giustizia, fortezza e temperanza.
La prudenza nello scegliere gli amici e soprattutto i nemici.
La giustizia, implacabile e imparziale sia con gli amici che i nemici, allorché manchino alla parola data.
La fortezza di fronte a tutti i nemici che in qualche modo cerchino di intaccare ciò che agli amici ti lega.
Ed infine la temperanza, un abito indispensabile quando non riesci più a distinguere tra amici e nemici.
Durante la mia lunga carriera politica mi hanno accusato di tutto, ma quella che più mi fa ridere, ancora oggi, è di essere un mafioso.
Un mafioso…
Solo perché magari sono stato indagato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti tra i clan e ambienti della politica locale?
Solamente perché gli inquirenti ritengono che abbia informato un capo mafia sulle indagini che lo riguardavano?
E magari perché sono stato condannato a sette anni per favoreggiamento?
O forse unicamente perché quasi tutti quelli che mi stanno accanto hanno subito indagini simili?
Tutto questo è ridicolo e lo sapete meglio di me.
La mafia è un’invenzione letteraria e cinematografica.
Serve agli scrittori e ai registi per vendere rispettamente libri e film.
La realtà, la vita vera, i fatti, sono altri.
Da quanto tempo si parla di mafia in questo paese?
Da quanti anni sentite i giornali e gli intellettuali nostrani tirare in ballo la mafia per dare un nome a quel che secondo loro non va?
E quanti governi sono passati senza che nulla sia cambiato?
E’ ora di crescere, di aprire gli occhi e di crescere.
Se veramente esistesse questa mafia, sarebbe ovunque.
Altro che Sicilia, altro che scoppola e lupara e soprattutto altro che politici di centro.
Sarebbe ovunque, anche in casa vostra.
Guardatevi attorno.
Osservate le foto di famiglia.
Se esiste la mafia, ne fate parte.
O siete morti.



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