Paolo Romani Ministro e i precari si suicidano
Storie e Notizie N. 250
Vi avverto, questo non sarà un post piacevole.
E’ una brutta storia, quella che vedo, che mi suscita rabbia e indignazione, e sento il desiderio di condividerla.
E’ notizia di oggi la nomina di Paolo Romani come Ministro dello Sviluppo economico.
Paolo Romani…
Ve lo ricordate, no?
Tra le altre cose è l’individuo che ha avuto la faccia e soprattutto il portafogli per dire: “Il Tg1 di Minzolini non mi dispiace, è quello che guardo se voglio essere sicuro di essere informato in una maniera ragionevolmente corretta…”
Tuttavia, non è questa ennesima presa per i fondelli da parte del suo predecessore ad interim, che mi fa incazzare.
L’ho detto e lo ripeto.
La cosa che mi irrita maggiormente dell’incubo Berlusconi non è l’uomo in sé ma piuttosto chi lo vota e soprattutto chi non fa nulla per rappresentare una reale opposizione.
Il fatto che non mi irrita, bensì scatena la mia collera è apprendere di questa ignobile scelta dopo aver letto di un ennesimo suicidio di un precario.
Cosimo, un uomo di 38 anni, aveva raggiunto il traguardo della laurea in economia e commercio – lui sì, cazzo, lui sì… - e aveva perso il prezioso lavoro in un call center di Milano…
La Storia:
C’era una volta un paese.
Un brutto paese.
Era il paese che conoscevano tutti e che, più o meno segretamente, tutti odiavano.
Era il paese dei cartelloni pubblicitari, degli spot in tv e delle parate nelle celebrazioni ufficiali.
Era soprattutto il paese di chi aveva il potere di scegliere per gli altri.
All’interno del paese brutto vi era un altro paese.
Un paese bello.
Ma non nel senso di bello da vedere.
Era bello perché guardandolo non sentivi il bisogno di distogliere lo sguardo.
Era bello perché era bello sapere di farne parte.
Anche se in pochi lo avrebbero ammesso pubblicamente.
Per molti era come invisibile.
Il fatto era che chi aveva il potere di scegliere per gli altri covava un terrore indicibile che il paese bello fosse sotto gli occhi di tutti.
In quel modo la gente avrebbe visto la differenza e avrebbe fatto la cosa più logica.
Avrebbe scelto.
E se la gente avesse iniziato a scegliere da sola, chi aveva il potere di scegliere per gli altri sarebbe diventato inutile.
Ora, dovete sapere che nel paese vi erano due uomini molto diversi tra loro.
Si chiamavano Paolo e Cosimo.
Paolo faceva parte di coloro che avevano il potere di scegliere per gli altri e Cosimo, be’… Cosimo era uno degli altri.
Paolo aveva scelto la via più facile per realizzarsi.
La via delle scorciatoie e dei compromessi, la strada delle amicizie influenti e soprattutto delle azioni senza scrupoli.
E in breve aveva raggiunto il potere di scegliere per gli altri.
L’ho detto che era un brutto paese, no?
Al contrario, Cosimo aveva intrapreso il cammino più lungo.
Quello del lavoro onesto e dei sacrifici, dello studio e dell’impegno.
La via della fiducia nel giusto riconoscimento dei propri meriti.
La strada battuta dalle donne e dagli uomini che sono, ancora oggi, il paese bello.
Tuttavia, il paese brutto si confermò tale e mentre Paolo diveniva ogni giorno più ricco e potente, Cosimo morì in uno dei suoi tanti viaggi alla ricerca di quel benedetto riconoscimento.
E’ uno schifo, lo so.
Eppure, ci crederete o meno, il paese bello può ancora cacciare a calci quello brutto.
Anzi, deve farlo.
Ce ne sono ancora tanti che viaggiano, lottano e soffrono come Cosimo, anche tra voi che state ora leggendo queste parole, ne sono sicuro e sta a loro e a voi far sì che non sia morto invano…
Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.