Obama telefona a Berlusconi su Libia: la trascrizione



Storie e Notizie N. 339

A quanto leggo stamani, Obama ha telefonato la notte scorsa a Berlusconi per concordare 'una risposta multilaterale coordinata e per garantire da un lato l'adeguata assistenza umanitaria, dall'altro i diritti umani fondamentali, perché il popolo libico ha diritto di determinare il proprio destino'.
Ad essere precisi, a differenza de Il Giornale, sul sito della Casa Bianca c’è scritto che il presidente statunitense ha fatto la medesima telefonata a Sarkozy e Cameron.
La medesima…
Be’, non proprio.
Capita a tutti, no?
Se telefoniamo a Tizio o a Caio, malgrado dobbiamo comunicare lo stesso messaggio, ci esprimiamo in modo differente, in base alla peculiare relazione che abbiamo con i due.
Eh, se Berlusconi dovesse invitare ad una sua festa una papi girl a caso e Napolitano – ovviamente non la stessa festa... – non credo proprio che userebbe le identiche parole.
Ora, dato ciò che emerge dalle recenti rivelazioni di Wikileaks, pare che il governo americano abbia compreso che, 'quando il nostro premier viene «portato per mano» e «fatto sentire importante» si dimostra il «migliore alleato». Soprattutto la sua debolezza interna e internazionale può essere sfruttata per strappare concessioni insperate…'

La Storia:

Obama, dopo aver parlato con Sarkozy e Cameron, telefona a Berlusconi:

Silvio: Sì, chi parla?
Obama: Buonasera Silvio, sono Barack.
Berlusconi ha riconosciuto il numero sul cellulare, che ha in memoria con il nome l’abbronzato, ma fa finta del contrario, per darsi un contegno.
Silvio: Oh, Barack! Come va?
Obama: Bene. Volevo parlarti della questione libica.
Silvio: Dimmi pure.
Il presidente americano fa mente locale sulla psicologia del suo interlocutore e attacca con il lisciamento.
Obama: Silvio, tu sai quanto l’America ti stima.
Silvio: Grazie…
Obama: No, non ringraziarmi. Per noi avere al nostro fianco un leader della tua levatura è un privilegio.
Silvio: Ti ringrazio…
Obama: Lasciami dire, te lo meriti. Uno statista come te è degno di sedere tra i grandi della storia.
Silvio: Dai, così mi confondi…
Obama: E’ la pura verità, Silvio. Mi impegnerò personalmente per chiedere agli svedesi di considerare seriamente la tua persona per il prossimo Nobel per la pace. Te lo devono, te lo dobbiamo noi tutti.
Silvio: Che dire…
A questo punto, cosa che – nonostante le apparenze – non accadeva da tempo immemore, Berlusconi ha un’improvvisa erezione.
Obama: Non parlare, non sprecare il tuo prezioso fiato. Guarda, se tu fossi americano io… io mi dimetterei seduta stante, per offrirti con gioia la mia poltrona.
Silvio: Ahh…
Altro incredibile avvenimento, il premier viene. Il tutto senza viagra e bunga bunga.
Berlusconi si pente subito dopo di non aver registrato la telefonata.
Obama: Silvio… tutto bene?
Silvio: Sì!
Obama: Ecco, adesso posso dirti cosa devi fare.



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