Bradley Manning libero: rivelare crimini non è un crimine



Storie e Notizie N. 344

Generalizzando il motto sul sito del network creato a supporto del soldato Bradley Manning (Exposing war crimes is not a crime!), sono qui ad affermare che rivelare dei crimini non è un crimine.
Mai come in questo momento di crescente importanza della rete nel mondo deve essere difeso tale principio.
Un principio fondamentale e determinante ovunque, vedi l’affascinante rivoluzione che sta avvenendo in tempo reale nel nord Africa.
Principio attaccato quotidianamente anche da noi.
Perché, non sarà mai inutile ribadirlo, pubblicare pettegolezzi si chiama gossip mentre far conoscere alla popolazione i crimini di chi la governa è Giornalismo.
Giornalismo con la G maiuscola.
Per la cronaca, Bradley Manning è un giovane soldato ed esperto di informatica statunitense imprigionato da 282 giorni in isolamento presso il carcere militare di Quantico, in Virginia, con l’accusa di aver scaricato ed inviato a Wikileaks migliaia di files segreti e correndo il rischio di venire condannato alla pena capitale.
Ora, si da il caso che tra i suddetti files vi sia il video noto con il nome di Collateral Murder, di cui ho già scritto l’anno scorso su questo blog.
In esso vi sono le prove dell’assassinio di una dozzina di civili da parte di due elicotteri militari statunitensi.
Un omicidio collaterale.
Guai a rendere noti gli omicidi collaterali.
Da noi Manning magari sarebbe stato accusato anche di essere un puritano violatore della privacy…
Credo che chi ha inteso quale prezioso diritto sia in gioco in questo momento, qui, nel mondo e sul web, debba alzare la voce e impegnarsi per impedire che venga soffocato.
Ecco perché, nel mio piccolo, chiedo anch’io che il soldato Bradley Manning sia liberato al più presto.
Il perché lo racconto con…

La Storia:

Sto con Bradley perché rivelare un crimine non è un crimine.
E’ un dovere.
Casomai lo è il silenzio.
Sotto l’ombra del silenzio tutto può esser detto e tutto può esser fatto.
Lo sappiamo perfettamente tutti.
Nascosto da quel velo, qualcuno potrebbe perfino convincere il prossimo che una guerra può essere una missione di pace.
Nascoste da quel velo, le morti dei civili sono solo delle casualità.
Nascosti da quel velo, gli assassini sono addirittura celebrati come eroi.
E nascosti da quel velo, tutti coloro che si oppongono sono necessariamente dei traditori.
Ciò nonostante, io sto con Bradley, perché rivelare un crimine non è un crimine.
E’ un atto di coraggio.
Casomai, il tradimento è di chi fa di tutto per provare il contrario.
Si sa.
I prodi sono sempre meno dei vigliacchi.
E’ facile capirne il motivo.
I primi, nell’attimo in cui si dimostrano tali, il più delle volte sono soli.
I secondi, esprimono la loro codardia quasi sempre in gruppo.
E gridano, gridano a squarciagola, bramosi di ricoprire la luce della verità con le macchie della loro vergogna inconfessata.
Eppure, io sto con Bradley, perché rivelare un crimine non è e mai dovrà essere un crimine.
E’ fare un regalo al prossimo.
A tutti, ai prodi come ai vigliacchi.
Tuttavia, non tutti sono pronti ad aprire quel pacco.
Ci vuole coraggio…


Per impegnarsi e dare un supporto, qui e anche qui.


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