Marine difende occupanti da polizia: andate in Iraq
Storie e Notizie N. 448
Dimentichiamo per un attimo estintori assassini e ogni altro becero tentativo di cancellare le ragioni per le quali la gente ha il sacrosanto diritto di essere indignata, arrabbiata e quant’altro.
Siamo a New York, dove la gente protesta per motivi molto simili, quasi identici.
“Questa non è una zona di guerra!” grida il sergente Shamar Thomas, un marine, di fronte ai poliziotti ammutoliti. “Qui ci sono persone normali. Non è difficile fare del male a questa gente. Se volete combattere, andate in Iraq e in Afghanistan. Lasciate in pace questi cittadini, cittadini americani. Smettetela di picchiarli. Perché fate questo alla nostra gente? Sono stato in Iraq quattordici mesi per il mio popolo! E voi li picchiate? Non hanno armi! Questo non ha senso! Come fate a dormire la notte? Non c’è onore in questo! E voi cosa fate? Li picchiate?! Non c’è onore in questo schifo! Dormite la notte dopo aver fatto questo alla gente? Voi dovete proteggerli, voi dovete proteggerci! Perché picchiate cittadini americani? Questi sono gli Stati Uniti d’America. Perché picchiate la gente? Se volete uccidere andate in Iraq. E’ onorevole picchiare la gente? Questo è incredibile! Voi picchiate la gente che dovreste proteggere!”
“Io sono stato in Iraq” esclama timidamente un agente.
“E allora perché permetti che picchino la gente?! Non vi rende tipi tosti se picchiate le persone indifese. Vi sentite dei duri per questo? Non c’è onore nell’aggredire i nostri civili. Mio padre è stato in Afghanistan, mia madre in Iraq, non c’è ragione perché accada questo. Non c’è onore in questo. Buonanotte a tutti.”
E se ne va per la sua strada.
Perché le strade sono dei cittadini.
PS: Su una sola cosa dissento: la war zone, lo spazio in cui è in corso una guerra, è ormai ovunque, con le armi tradizionali o meno.
Nota: se devi copiare, rispetta il mio lavoro di traduzione citando la fonte.