Disoccupato trova portafogli con 450 euro e lo restituisce: storia delle voci

Storie e Notizie N. 902

Sono le voci.
La colpa è sempre delle voci nella nostra testa.
Sia che di folli, si parli, che di persone perfettamente sane, la giustificazione è sempre la stessa.
Eppure, per entrambe le categorie, siamo sempre noi altri a scegliere.
Lo facciamo di continuo, tutto il nostro tempo è costellato di piccole e grandi decisioni, è banale, lo so, ma è così.
Ciò non toglie che le voci siano un bel cavolo di problema.
Prendete quel che è accaduto a Reggio Emilia, in via Guido da Torricella.

Immaginate un uomo come tanti, una persona di 45 anni, senza reddito, un ex carabiniere che aveva da poco smesso di ricevere l’indennità di mobilità.
Il nostro guarda in basso e cosa vede? Il miraggio di tanti, laddove il nostro sguardo si concentri sul marciapiede, ovvero un portafogli incustodito. Dite la verità, a quanti di voi sarà capitato, anche in giovane età, di sognare di ritrovarsi davanti del denaro piovuto da chissà dove.
Perché questo è quel che ha raccolto da terra il protagonista di questa storia.
Denaro piovuto da chissà dove, perché fino a prova contraria è così che la maggior parte di noi guarda il prossimo che non conosce, con cui non sente di condividere la propria esistenza.
Gente qualunque che vive e muore chissà dove.
“Che colpo di fortuna”, dice la prima voce nella testa dell’uomo.
Quest’ultimo apre il portafogli e si ritrova in mano 450 euro.
Per pochi sono una bazzecola, per alcuni una discreta somma, per tanti, troppi, quelli come il nostro concittadino, sono molti, poiché l’alternativa è il nulla che si vive ogni giorno.
“Evviva!” esclama la voce numero due. “Oggi si brinda.”
E cosa fa il nostro disoccupato privato dell’indennità di mobilità?
Cerca nel portafogli i documenti del proprietario e si incammina verso casa.
“Ora hai visto di chi sono”, fa la terza voce, “anzi, di chi erano, ma adesso torna a casa a ricontare i soldi, magari sono di più!”
L’uomo ignora anche queste parole, accende il pc e si collega a internet per rintracciare la signora di 70 anni di origine siciliana che ha perduto la pensione.
“Cosa fai?” bercia stridula la quarta voce. “Ma che ti frega di quella lì? Pensa a te! Cosa credi che avrebbe fatto al tuo posto?”
Niente da fare, l’ex carabiniere non si smuove dal suo proposito, nonostante il web non sia d’aiuto. E così torna sul luogo del delitto, anzi, del suo esatto contrario, poiché si reca proprio alla stazione dei carabinieri di Reggio Santa Croce e affida ai militari il portafogli affinché si attivino per la restituzione.
E’ subito prima, che la quinta voce si fa più aggressiva: “Sei un ingenuo. Nelle tue condizioni ti ritrovi 450 euro e li vai a dare proprio ai carabinieri che ti hanno lasciato per strada? Pensi forse che ritroveranno la donna? Quelli fanno finta di compilare il verbale e si spartiscono i soldi.”
Una volta all’interno della stazione la voce numero sei esplode: “Pazzo, tu sei pazzo! Ma non vedi in che mondo viviamo? Qui ognuno pensa ai fatti suoi, è tutto un magna magna, fa tutto schifo, sono tutti ladri, non ci si può fidare di nessuno. Quei soldi sono tuoi, li hai trovati e sono tuoi…”
Parole al vento nella testa di un uomo come tanti, un disoccupato di mezz’età privo di reddito.
Voci sorde alle orecchie di qualcuno a cui potete togliere il lavoro e ogni mezzo per sopravvivere, ma non la dignità e l’onestà.
Egli sa bene che quei soldi non sono affatto suoi e non ha alcuna intenzione di fingere che non sia così.
Questa sarà pure solo una storia ma quest’uomo esiste davvero e vive insieme a noi.
E forse non è l’unico.
 



Altre da leggere: