Storie sugli alberi: noi non dimentichiamo

Storie e Notizie N. 939

Giugno 2013, Piazza Taksim, Istanbul

Noi non dimentichiamo.
Noi non dimentichiamo chi muore per noi.
Perché noi saremo qui, anche dopo la rabbia.
E il dolore.

Siamo sempre intorno a voi, con voi, per voi.
Idranti? Pensate forse che l’acqua possa fermarci?
Allora siete proprio degli ingenui.
Odio e violenza, e noi lì, immobili, con le braccia alzate.
Neve e grandine, e noi lì, pazienti, pronti a pagarne il prezzo.
Egoismo e indifferenza, e noi lì, inermi.
Apparentemente inermi.

Quando poi qualcuno osa sostenere le nostre ragioni e addirittura farlo ad alta voce, sulla pubblica piazza, ecco che arrivano i soliti epiteti da professionisti del concreto.
Illusi, ingenui, buonisti, e addirittura figli dei fiori.
E di chi siete figli, voi?
Dello sterco di vacca?
O peggio?
Ma da dove credete arrivi il fiato con cui vi permettete il lusso di dileggiarci?

Probabilmente è questa la più grande differenza tra noi e voi.
Noi rendiamo grazie alla linfa che ci nutre e ci dona il privilegio di esistere.
Noi rendiamo grazie alla terra e non abbiamo bisogno di giornate celebrative e petizioni sul web per annunciarlo al mondo.
I doveri non si annunciano, c’è scritto nei solchi della nostra esistenza, si assolvono o meno.
E per noi meno è il nulla.

Un centro commerciale? La nostra vita per un centro commerciale? Ma è tutta qui la vostra lungimirante visione del mondo, a fronte della nostra cieca utopia?
L’immaginazione, ecco qual è la vostra maggiore mancanza.
Qui non si tratta di sognare o fantasticare.
L’immaginazione è l’unica finestra possibile sull’infinito che ci attende, tutti, volenti o nolenti.
Sia per costruire il più improbabile castello tra le nuvole che per compiere il più timorato dei passi sulla meno avventata delle strade.
E non ci vuole un oceano di immaginazione per pensare di costruire un centro commerciale dove ora pulsano anime e colori.
Di sicuro molta di meno.
E per noi meno è nulla.

Perché noi non dimentichiamo.
Noi non dimentichiamo chi lotta e muore per noi.
Perché noi saremo qui, anche dopo il dolore.
E la rabbia.

Gli alberi del Parco Gezi



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