Italia dice sì al matrimonio gay

Storie e Notizie N. 1257

“L'Europa vuole imporci i matrimoni gay”, urla Il Giornale strappandosi le vesti.
Questa è la reazione del quotidiano alla recente richiesta da parte del Parlamento Ue a nove Stati membri, compresa l'Italia, di "considerare la possibilità di offrire" alle coppie composte da persone dello stesso sesso istituzioni giuridiche come ad esempio "la coabitazione, le unioni di fatto registrate e il matrimonio".
Dalla notizia alla storia…

Sì.
Io dico sì.
Lo voglio.
E mettiamo che.
Mettiamo che... un po’ di cose, sciorinate con auspicabile coerenza, malgrado l’emozione dell’attimo.
Mettiamo che volessi sposarmi.
Mettiamo che questo sia il matrimonio.
Il mio.
Un impegno, certo, una promessa, è chiaro, l’inizio di una pubblica unione al cospetto della comunità, d'accordo.
Partecipe dei sentimenti e delle intenzioni migliori.
Ma mettiamo anche che sia null’altro che sancire qualcosa che c’era anche prima.
E che, si spera, sarà presente pure dopo.
La profondità dell’amore che rende uno i due.
E l’altrettanta maturità del rispetto reciproco che permetta ai due di rimanere tali, malgrado l’uno.
Come un disegno compiuto e preciso nelle tinte come nelle forme.
Che troverà nella cornice nuziale il più che doni luce alla bellezza.
Di prima e dopo.
Indi per cui, su questa scia, mettiamo che il matrimonio sia come guarnire a dovere una torta già deliziosa di suo.
E come una festa di compleanno dove la differenza la facciano davvero gli invitati, piuttosto che i regali e la torta stessa.
Mettiamo che sia quel che si provi facendo all’amore con chi ami, l’essenza della più intima tra le danze. Giammai dove ciò avvenga, con quale colonna sonora a sostegno e la qualità del tessuto delle lenzuola. Ammesso e non concesso che tutto ciò abbia sul serio contato, nelle calde notti di quest’estate.
E mettiamo che il matrimonio sia come una madre che aiuti il figlio a indossare la tutina più graziosa della terra. Nessuno su quest’ultima potrebbe dissuaderla dalla consapevolezza che la meraviglia è e sarà sempre in quegli occhi che si perdono nei suoi.
In tutti questi casi e anche gli altri a venire la perfezione, o il sogno di quest’ultima, c’era anche prima.
E, chissà, forse talvolta si farà viva anche dopo.
Ecco perché il giorno in cui il mio paese dirà sì al matrimonio gay sarà tutto già finito.
Gli invitati saranno rincasati.
E della musica non ci sarà neppure l’eco.
Nel frattempo, oggi, io, Italia.
Amo la mia compagna.
E dico sì.
Lo voglio…