Storie e Notizie N. 1328
E’ stata assassinata Berta Cáceres, l’attivista che da tempo lottava per i diritti delle popolazioni indigene dell'Honduras e la difesa dell’ambiente. Nel 2015 era stata premiata con il Goldman Environmental Prize.
Berta Cáceres è viva.
Altro che chiacchiere e menzogne.
Anzi, no.
Solo menzogne.
La donna che lega parole e destino alle parole e al destino che la terra scrive e disegna non può morire.
Finché ci sarà terra e chi a quest’ultima.
Legherà parole e destino.
Berta Cáceres non è morta.
E’ qui, senza scherzi.
Anzi, no.
Non c’è nulla da scherzare.
La signora dagli occhi grandi e il viso fiero, che ha riempito i primi di diritti calpestati e inorgoglito il secondo con l’incontro con le poche verità di questo pianeta, non può andarsene perché l’hai deciso tu.
Finché ci saranno volontà e anime al suo fianco.
Dagli occhi grandi e il viso fiero.
Berta Cáceres non se n’è andata.
Guardati intorno.
Guardati dentro.
Anzi, no, chiudi pure gli occhi e fai finta di niente, se preferisci.
Nulla fermerà la madre dall’abbraccio vasto come l’orizzonte da cambiare con passione e resistenza, le uniche direzioni possibili per le marce inesorabili.
E finché ci sarà strada da fare.
Le madri cammineranno.
Credimi, credici.
Berta Cáceres è viva, non è morta.
Non se n’è andata.
Perché lei è come i fiumi per cui ha sempre pianto e gioito.
Non puoi uccidere un fiume.
Potrai fenderne le acque con tutta la furia del mondo, colpirlo a tradimento o innalzare le tue dighe di viltà.
Ma non otterrai altro che mille e mille.
Mille e altri mille.
Mille e ancora mille fiumi che scorrono insieme.
Verso il mare che hanno sognato…
Leggi anche il racconto della settimana: Solo
Leggi altre storie di donne
Ascolta la mia canzone Lupi
Compra il mio ultimo libro, La truffa dei migranti, Tempesta Editore
E’ stata assassinata Berta Cáceres, l’attivista che da tempo lottava per i diritti delle popolazioni indigene dell'Honduras e la difesa dell’ambiente. Nel 2015 era stata premiata con il Goldman Environmental Prize.

Altro che chiacchiere e menzogne.
Anzi, no.
Solo menzogne.
La donna che lega parole e destino alle parole e al destino che la terra scrive e disegna non può morire.
Finché ci sarà terra e chi a quest’ultima.
Legherà parole e destino.
Berta Cáceres non è morta.
E’ qui, senza scherzi.
Anzi, no.
Non c’è nulla da scherzare.
La signora dagli occhi grandi e il viso fiero, che ha riempito i primi di diritti calpestati e inorgoglito il secondo con l’incontro con le poche verità di questo pianeta, non può andarsene perché l’hai deciso tu.
Finché ci saranno volontà e anime al suo fianco.
Dagli occhi grandi e il viso fiero.
Berta Cáceres non se n’è andata.
Guardati intorno.
Guardati dentro.
Anzi, no, chiudi pure gli occhi e fai finta di niente, se preferisci.
Nulla fermerà la madre dall’abbraccio vasto come l’orizzonte da cambiare con passione e resistenza, le uniche direzioni possibili per le marce inesorabili.
E finché ci sarà strada da fare.
Le madri cammineranno.
Credimi, credici.
Berta Cáceres è viva, non è morta.
Non se n’è andata.
Perché lei è come i fiumi per cui ha sempre pianto e gioito.
Non puoi uccidere un fiume.
Potrai fenderne le acque con tutta la furia del mondo, colpirlo a tradimento o innalzare le tue dighe di viltà.
Ma non otterrai altro che mille e mille.
Mille e altri mille.
Mille e ancora mille fiumi che scorrono insieme.
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