Storie di razzismo a scuola: facciamo un gioco

Storie e Notizie N. 1379

Mentre il re di Norvegia diventa virale grazie a un discorso sulla diversità davvero encomiabile, leggo che in una scuola di Aahrus, in Danimarca, il preside ha pensato bene di dividere gli studenti tra classi di danesi doc e immigrati.



Facciamo un gioco.
Una storia, una promessa.
Una danza e una sfida.
Nella stessa pagina.
Classe, mondo.
Nel medesimo cuore.
Classi per migranti e per danesi?
Ma guarda che si può far di più, sai?
Classi per quelli che ti guardano fin troppo negli occhi e classi per quelle che fanno finta di darti ragione, classi per coloro che non arriveranno mai primi ma se ne sono fatti una ragione e classi per quelli che non si arrenderanno mai.
E hanno ragione anche loro.
Classi per i brutti dentro e classi per quelli dal passato brutto, classi per coloro che hanno un futuro bello, ma solo se avranno fortuna e quelli dal passato orribile, non ancora cancellato.
Classi per quelli che dimenticano sempre le cose più futili e classi per coloro che fanno di tutto per ricordartele.
Classi per gli ebrei e per gli schiavi, per i nativi americani e per gli obiettori di coscienza, perché non riprovarci?
Classi per le donne che pretendono di esser donne e classi per tutti coloro che, chiunque siano, pretendono di esistere e basta.
Classi per quelli che non riescono a rimanere in silenzio e classi per quelli che solo in silenzio dicono davvero qualcosa.
Classi per quelli non faranno mai nulla di buono nella vita, ma saranno cattiverie da far schiattare dal ridere.
E classi per coloro che faranno solo cose buone in futuro, ma saranno bontà che pagheranno gli altri.
Classi per gente che dimenticherai facilmente, classi per ragazzi che ti pentirai di aver frainteso e classi per ragazze che ti pentirai di non aver amato.
Classi per i bocciati ingiustamente, ma dicono tutti così, come gli innocenti in prigione.
Classi per i promossi meritatamente con lode, ma mentono in tanti così, nei parlamenti.
Classi per i nati con la camicia e classi per i nati e va bene così, leggi pure come il fortunato popolo dei sorridenti con poco.
Classi per i bianchi che vorrebbero esser neri e classi per i neri che vorrebbero essere ovunque ma altrove.
Classi per i bianchi che si vergognano di esser neri dentro e per i neri che non si accorgono del contrario.
Classi per anime nude, vulnerabili oltre ogni limite e classi vuote.
Già, classi di soli banchi e sedie, stanze vuote e prive di senso.
Come una società che, bruciando giovani speranze, innalza enormi roghi a offuscare l’orizzonte di tutti.
Una poesia, una confidenza.
Un viaggio, un canto e un'illusione.
Un passatempo.
Tutti nello stesso foglio.
Scuola, universo.
In questo preciso momento.
Dividere le classi tra migranti e danesi?
Come vedi, esistono miliardi di modi per dividere le persone.
Ma se ti sembrano tanti, amico mio, vuol dire che non hai la più pallida idea.
Di quanti ce ne siano.
Per unirle…

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