La clinica dei bisogni al contrario

“Salve, dottore”, gli disse una volta dischiuso il sipario della sua fantasia una ragazza col camice bianco che tanto assomigliava all’infermiera che si prendeva cura della nonna. “Venga, che l’accompagno nella visita.”
Samuele accettò senza indugio il ruolo affidatogli dall’inconscio.




Poiché, non trascurate questo aspetto, a undici anni il desiderio di mettersi in gioco con coraggio è roba spettacolare.
“Siamo in un ospedale, vero?” domandò per essere certo di dove si trovasse.
“Ovviamente, dottore. Siamo nella clinica dei bisogni al contrario.”
“E io, secondo lei, sono il dottore.”
“Certo, lei non è un adulto come i nostri pazienti.”
“Non ci sono bambini tra i malati?”
“Vuole scherzare, dottore? Voi siete i soli che siano in grado di curare gli adulti.”
Samuele non comprese cosa l’infermiera intendesse, ma era solo questione di tempo prima che gli fosse tutto chiaro...

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