Lezioni dalle pandemie del passato

Storie e Notizie N. 1686

Ciò che ha fatto sì che il mondo, con tutte le sue creature viventi, si ritrovi compatto in un unico essere animato, in particolare si rivela nella desolazione di grandi pestilenze.

Le forze creatrici della terra entrano in collisione violenta; percepiamo l’afosa aridità dell'atmosfera; udiamo tuoni sotterranei; osserviamo il vapore di acque straripanti, forieri della rovina. Come se la natura non fosse soddisfatta delle normali alternanze di vita e morte, e l'angelo distruttore e la bestia con la sua spada fiammeggiante infierissero sull’umanità.

Tali rivoluzioni sono compiute in ampi cicli, che lo


spirito dell'uomo, per così dire, limitato a uno spettro ristretto di percezione, non è in grado di esplorare. Tuttavia, questi eventi terrestri avvengono con maggior frequenza di quelli che provengono dalla discordia, dall'angoscia o dalle passioni delle nazioni. Con l’annientamento risvegliano nuova vita; e quando il tumulto sopra e sotto la terra è passato, la natura viene rinnovata e la mente si risveglia dal torpore e dalla depressione, sviluppando di nuovo la coscienza di un'esistenza intellettuale.

Se in qualche modo la ricerca umana fosse in grado di redigere, in una forma vivida e connessa, una narrazione storica di eventi così potenti, alla maniera degli storici delle guerre e delle battaglie e delle migrazioni delle nazioni, potremmo allora arrivare a visioni chiare rispetto allo sviluppo mentale della razza umana, e il nostro cammino sarebbe più chiaramente distinguibile.

Sarebbe quindi dimostrabile che la mente delle nazioni è profondamente colpita dal conflitto distruttivo dei poteri della natura e che i grandi disastri portano a sconvolgenti cambiamenti nella civiltà generale. Perché tutto ciò che esiste nell'uomo, sia esso buono o cattivo, è reso evidente dalla presenza di un grande pericolo. I suoi sentimenti più intimi sono scossi, il pensiero dell'autoconservazione padroneggia il suo spirito, l'abnegazione è messa a dura prova, e ovunque prevalgano l'oscurità e la barbarie, le mosche mortali avanzano spaventate verso gli idoli della loro superstizione, e tutte le leggi, umane e divine, vengono violate.

In conformità con una legge generale della natura, tale stato di eccitazione provoca un cambiamento, benefico o dannoso, a seconda delle circostanze, in modo che le nazioni raggiungano un grado più alto di valore morale, o affondino più profondamente nell'ignoranza e nel vizio.

Tutto ciò, tuttavia, avviene su una scala molto più grande che attraverso le normali vicissitudini di guerra e pace, o l'ascesa e la caduta degli imperi, perché i poteri della natura stessa producono piaghe e soggiogano la volontà umana, la quale prevale solo nelle contese tra nazioni
.



Riflessioni sulla peste nera (1832) del medico tedesco Justus Hecker, studioso dell'effetto delle malattie sulla storia umana.


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