C’è del marcio in Ungheria e non solo
Storie e Notizie N. 1898
C’era una volta il marcio. Ma sì, lo so, non è la prima, di volta, e non sarà di certo l’ultima. Perché la fiaba non cambia nella trama e nell'immorale finale, malgrado venga raccontata da figuri, tu sai chi, loro pure, che imbrogliano e fingono, berciano irosi qualora l’ipocrita uditorio lo richieda, farneticando idiozie di ideali famiglie e integerrimi codici morali a seconda della tornata elettorale.
Sì, lo so. József Szájer, eurodeputato dell’Unione Civica Ungherese, in arte Fidesz, il destrorso partito del governo di Viktor Orbàn, ha partecipato di recente a un’orgia a Bruxelles che è stata definita “gay” da tutti i media del mondo. Un governo che ha fatto della guerra al movimento LGBT un fondamento imprescindibile del suo programma. Ma non devi sorprenderti, su. È notizia nuova quanto storia vecchia, e non è un’eccezione come proveranno a raccontare, spiegare e più che mai insabbiare. È questa la sola sinossi credibile di tale monotono racconto, di abili venditori di un decoro da facciata per le serate istituzionali, da riporre a tempo debito in naftalina in vista di orgiastiche occasioni.
Ma sì, lo so. So anche che il caro József nel 2011 si vantava di aver riscritto personalmente la costituzione ungherese in modo da definire il matrimonio un'istituzione indissolubilmente eterosessuale. Pensa che risate al suo interno, per la faccia tosta con la quale si attribuiva tale presunto merito. Pensa, al contempo, quale miseria albergava in lui, conscio di quanto fosse posticcia la sua autorevolezza di allora. Immagina, poi, che razza di putridume si è raggrumato nel corpo del nostro negli anni, appestato da siffatto contraddittorio grumo di puerili menzogne e indegne farse.
Sì, lo so, lo so bene. I colleghi del paladino dei valori occidentali di giorno e festaiolo dalla sessualità “deviata” di notte si sono congratulati con lui per il coraggio e la correttezza dimostrati dimettendosi. Ha preso la decisione giusta, hanno dichiarato. Ha chiesto scusa a moglie e figlia, nonché al partito e agli elettori. Ha chiesto scusa, già. So anche di che. Mica di aver preso per i fondelli il suo paese fin dal primo giorno. So perfettamente, come presumo sappiate anche voi, che dove il sodale József ha peccato è stato nel farsi sorprendere con le metaforiche brache calate; nell'aver portato alla luce, per l’ennesima volta, il mostruoso inganno di un’intera classe politica che va ben oltre i confini dell’Ungheria; nell'aver reso pubblico, di nuovo, quanto siano vuote le parole di coloro che si ergono senza alcun titolo a giudici della virtuosità del prossimo nella vita privata.
Sì, so anche questo, dài. Mi rendo conto di quanto suoni paradossale il commento del ministro della giustizia ungherese Judit Varga: “Il signor Szájer ha preso l'unica decisione giusta possibile, e tutto il resto è una questione personale.” Lo so, fa ridere, non lo nego. È altresì grottesco sentire che qualora il soldato József, alfiere della rettitudine dei valori familiari, violi questi ultimi addirittura volando sino in Belgio è una questione personale, mentre la scelta di chi amare, come e quando, di ogni singolo cittadino è materia politica, quindi legislativa e governativa. Ma credi forse sia qualcosa di puramente estemporaneo?
A quanto si legge - e anche questo non è affatto insolito - tutti sapevano dei gusti sessuali del compagno di partito e licenziose merende, sorpreso quella notte dalla polizia belga mentre sgusciava fuori da una fogna.
Sì, lo so, ti dico. Il Szájer è stato denunciato pure per possesso di droga, peccatuccio che di fronte al resto sembra essere divenuto trascurabile. Ma pure in questo non v’è alcunché di straordinario, malgrado – ripeto – si farà di tutto per allontanare la vicenda dalle prime pagine e riportare la crociata contro le diversità al centro della tavola imbandita, con cui nutrire e nutrirsi. Tuttavia, come so e sapete voi tutti, trattasi di cibo avariato, andato a male da un pezzo. Una storiaccia che fa acqua putrida da tutte le parti, che viene propinata, ingollata e rigurgitata.
È tutto già accaduto e succederà ancora, vedrai.
Perché c’è del marcio là dentro, ma lo sgradevole involucro che lo contiene è oramai del tutto trasparente. Come è possibile, allora, riuscire a non vederlo?
Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email
É uscito il mio nuovo libro: A morte i razzisti