Il giorno della memoria il giorno dopo
Storie e Notizie N. 1904
Oggi è il giorno della memoria, ma dall’iniziale minuscola. Senza nulla togliere all’altro, sia ben chiaro. Perché ricordare le macchie dell’umana vicenda e farlo con coscienza e cuore fino all’ultima pagina dell’intera storia, laddove il finale sia tutto fuorché rassicurante, è un valore inestimabile in ogni caso.
Indi per cui, oggi è il giorno della memoria il giorno dopo. Affinché l’attenzione che la maggiormente celebrata istanza ottiene di solito, invitandoci tutti a non ripetere gli orrori del passato, condivida parte della sua preziosa luce di monito e riflessione con ogni infamia compiuta dalla nostra sopravvalutata specie.
Allora, per essere più precisi, oggi è il giorno della memoria otto anni più tardi. E allorché qualcuno di noi si sentisse riluttante a rivangare tra le pagine del calendario ormai dissolte alle spalle, malgrado le inequivocabili sentenze della Storia sulle nostre azioni maggiormente deprecabili, ecco che giunge in soccorso – bizzarra scelta di parole, lo ammetto – ciò che è accaduto ieri.
In tal senso oggi è nuovamente il giorno della memoria il giorno dopo. Dove il dì trascorso è quello in cui è stata emessa la giusta condanna di un’intera popolazione, nessuno si senta straniero proprio ora che potrebbe convenire.
L'Italia ha mancato al suo dovere di proteggere la vita umana ritardando una missione di salvataggio per una barca che affondava nel Mediterraneo, questo è l’indiscutibile giudizio del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, il quale non prevede repliche, figuriamoci puerili polemiche o infondate giustificazioni. Sarebbe come respingere di nuovo e di nuovo ancora sul fondo del mare, per ciascun giorno di questi ultimi otto anni, le 200 persone annegate l'11 ottobre del 2013, dopo che ripetute richieste di aiuto furono ignorate dalle autorità nostrane.
Per aiutarci a riflettere invece in religioso silenzio è sufficiente ascoltare una osservazione tra le molte di coloro i quali hanno ricevuto il compito di trovare i colpevoli di quelle morti innocenti, la quale ci rammenta con immane amarezza che se le autorità italiane avessero inviato immediatamente la propria nave da guerra e quelle della guardia costiera dopo le chiamate di soccorso, il salvataggio sarebbe avvenuto al più tardi due ore prima che la barca in difficoltà affondasse.
Guadagnandosi la folle reprimenda di criminali protetti da ruoli istituzionali, o magari il contrario, ma al contempo salvando la vita di due volte cento anime.
Ecco perché per il sottoscritto oggi è il giorno della memoria dall’iniziale minore, ma tu leggi pure delle tragedie naufragate tra le onde del mare nostrum o tra il silenzio dei contemporanei. Perché, pur senza pronunciarlo ad alta voce, lo sarà anche domani e ogni giorno che verrà.
D'altra parte, per ciascuno di noi, alla fine della fiera, questa sentenza è solo una singola, trascurabile goccia persa in un oceano immensamente più grande, il più delle volte assordato dal fragore del suo perenne viaggio da una riva all’altra e ritorno.
Tuttavia, lo sanno anche i sassi più ottusi e gelidamente indifferenti, e per questo la temono più di ogni altra cosa, che una singola e trascurabile goccia a lungo andare è in grado di erodere perfino la montagna più alta del mondo. E in quel momento, volenti o nolenti, ricorderemo tutto e tutti.
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