Morire da autista: la vita dietro le parole
Storie e Notizie N. 1908
Oggi sono stati celebrati i funerali di Stato per ricordare l'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci uccisi in Congo. Ricordare è un verbo fondamentale che non ha scadenza ed è sempre attuale.
Per tale ragione vorrei ricordare in questo triste giorno per i familiari dei defunti anche coloro i quali il più delle volte figurano nella notizia nelle vesti di un’ormai scontata nota a margine, che di scontato non dovrebbe avere nulla.
Mi riferisco al lungo elenco di innocenti comparse senza dialogo e luci che contano, che vengono sistematicamente sacrificate nel truce terroristico copione. Non ricevono onori o allori, targhe e ricorrenze dedicate, ma muoiono allo stesso modo, spesso nel medesimo istante dei protagonisti: gli autisti.
Il primo di quelli che ho trovato in ordine di tempo, a scavar nel passato - ma ce ne sono stati immensamente di più - è morto con i nostri concittadini in Congo. Lavorava per il Programma Alimentare delle Nazioni Unite e si chiamava Moustapha Milambo.
Nel 2018 l’attivista Marielle Franco venne uccisa in Brasile in un agguato. L’autista che è morto con lei si chiamava Anderson Pedro Gomes.
Sempre nel 2018 lo scienziato Aziz Asbar fu ammazzato in un attentato con una bomba in Siria una volta uscito di casa con l’auto. Morì anche l’autista di quest’ultima. Non ho il nome, chiedo scusa, ma si aggiunge alla lunga lista delle morti minori nel clamore della notizia.
Nel 2016 David Gilkey, giornalista e fotografo statunitense della National Public Radio, fu assassinato in Afghanistan con l’interprete Zabihulla Tamanna. Con loro morì anche l’autista, un soldato afgano. Non ho il nome e mi dispiace.
Nel 2014 fu colpita un’ambulanza di Emergency in Afghanistan. Morì sul colpo l’autista e il suo nome era Hamza Khan. Lavorava per l’ong da 12 anni.
Ancora nel 2014 la miliardaria monegasca Helene Pastor, originaria della Liguria, venne assassinata in un attentato. L’autista e uomo di fiducia della vittima si chiamava Mohamed Darwich e morì anche lui.
Nel 2013 i vescovi ortodossi Yohanna Ibrahim e Bulos Yazigi furono rapiti in Siria. Non verranno mai ritrovati. Ciò che è certo è che nell’attentato fu ucciso l’autista.
Nel 2008, a causa dell’esplosione di una mina a Merka, in Somalia, venne ferito Saverio Bertolini, un funzionario italiano delle Nazioni Unite. “Le sue condizioni non destano preoccupazioni”, comunicò tempestivamente la Farnesina, rassicurando tutti. Destino diverso fu quello dell’autista, morto sul lavoro. Non ho trovato il suo nome, ma lo ricordo comunque. Anzi, soprattutto.
Nel 2008 furono uccise tre cooperanti a Kabul e nell’occasione fu ammazzato anche l’autista afgano.
Nel 2007 fu colpito in un attentato in Libano il generale François al-Hajj. Ucciso anche l’autista.
Nel 2005 attentato in Iraq: il fratello dell’allora vice presidente iracheno, Adel Abdul Mehdi, fu ucciso in un agguato. Nell'imboscata morì anche l'autista.
Nel 1996 venne ucciso in Algeria in un attacco il vescovo Pierre Lucien Claverie. Fu assassinato anche l’autista.
Potrei andare avanti per giorni, ma mi fermo qui, poiché l'amara sceneggiatura non cambia: è morto anche l’autista. Ucciso pure l’autista. Con lui, insieme a lei, muore l’autista. Già, l’autista. Spero che dopo aver ascoltato queste parole riusciremo tutti ancora una volta a vedere meglio la vita umana che si cela dietro di esse...
Il video:
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