La Superlega è ancora viva e ha molti nomi
Storie e Notizie N. 1915
Ding Dong, la strega è morta, Ding Dong.
Così cantavano raggianti ne Il mago di Oz la coraggiosa Dorothy e i suoi amici finalmente liberi dalle sue grinfie.
Allo stesso modo, parte del mondo del calcio, di sicuro quella più pulita e meno contaminata dall’avidità, dai tifosi prima di tutto fino ad alcuni giocatori e allenatori, ha esultato in questi giorni di fronte all’apparente fallimento del progetto chiamato Superlega. Ma di cosa si tratta?
Sintetizzando le parole di uno dei suoi principali ideatori, il presidente del Real Madrid Florentino Perez, consiste in un ulteriore torneo di calcio nel quale i club più ricchi e potenti possano godere di indiscussa e perenne partecipazione – e quindi probabile scontata vittoria - con la generosa concessione alle squadre più meritevoli di far parte della competizione. Naturalmente secondo i criteri dei fondatori, ovvero i suddetti squadroni.
In cambio, questi ultimi promettono di distribuire i propri meritati profitti anche alle compagini più povere, al motto già sentito una miriade di volte e pronunciato sempre dallo stesso tipo di persone: se i grandi diventano più ricchi ne giovano anche i piccoli, i quali verranno depredati dei giocatori più promettenti, ricevendo in cambio le vecchie glorie attempate e logorate.
Be’, credo che questo meccanismo sia alla base di un modo di vedere il mondo con un nome ben preciso. Si chiama capitalismo.
Indi per cui, davvero, di cosa stiamo parlando? Di un gruppo ristretto in cui i più ricchi e potenti di una determinata categoria si incontrano e raggiungono i propri risultati con maggiore efficacia e a loro esclusivo vantaggio, il tutto a discapito di coloro i quali son rimasti fuori della porta, che vengono sistematicamente derubati delle proprie ricchezze. In una parola sola, Superlega.
Ecco, mi sbaglierò, ma ho la netta impressione che ci siamo sbagliati. Questa roba non è affatto morta. Anzi, è viva e più che vegeta, e ha molti nomi.
Un consesso di potenti che prendono decisioni a favore dei propri affiliati alla faccia del resto del mondo? Si chiama G7 o G8, a seconda dalle sedie disponibili.
Una riunione tra potenze in cui giocare a Risiko con le vite delle persone di serie B? La so, questa la so: l’Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord, in breve NATO.
Un’associazione di mega ricconi che curano i reciproci interessi, raccontando che lo fanno a favore di ogni singolo cittadino? È facile, è l'unione degli istituti finanziari, la Banca Mondiale, oppure la Banca Centrale Europea, la BCE, fate voi.
Un torneo drogato dove in pochi vincono sempre e lo fanno anche quando perdono? È la Borsa, sono tutte le Borse Valori del mondo, dove le multinazionali quotate e i diversi consigli di amministrazione formati dagli stessi consiglieri dal dono dell’ubiquità finanziaria fanno il bello e il cattivo tempo.
Un’elitaria tavolata dove si riuniscono a mangiare i magnati del pianeta, condizionando più di ogni altri le sorti della terra? È un’altra Superlega e si chiama OPEC, ovvero Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio.
Una segreta stanza dei bottoni, dove i pochi presenti si guardano l’uno nel portafogli dell’altro e studiano nuovi modi per continuare a lucrare sull’ingenuità dei tifosi in piazza? Non è poi così segreta e sono tutti gli spazi e gli eventi dove i paesi venditori di armi si incontrano e fanno affari tra di loro. Uno di essi è il nostro.
Vedete, la Superlega del calcio non è qualcosa di nuovo. A mio modesto parere, esisteva già, ma in altre forme, solo meno spudorate e arroganti.
L’unico modo per riuscire a cambiare le cose è essere consapevoli che ad avere la vittoria in pugno sono ancora gli stessi di prima...
Il video:
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