Italia: inginocchiarsi contro il razzismo? La vera storia
Storie e Notizie N. 1925
Guarda e ascolta tramite podcast su Youtube
Ascolta il podcast su Spotify
Dopo essersi mostrati divisi sull’argomento al momento del dunque, con cinque giocatori che hanno aderito all’iniziativa e il resto no – tipico atteggiamento nostrano – la nazionale italiana di calcio, dopo molte polemiche, ha deciso che in occasione dell’imminente partita agli Europei con l’Austria la scelta di inginocchiarsi sarà lasciata agli atleti. Tale gesto, ricordo, consiste in una simbolica presa di posizione contro il razzismo all’insegna del movimento Black Lives Matter, nato in precedenza sempre negli USA e man mano diffusosi nel resto del mondo. Sino a oggi il dibattito, a volte particolarmente acceso, sull’opportunità e la libertà di inginocchiarsi o meno non è stato solo una questione italiana. Tuttavia, malgrado sia convinto che il mero atto simbolico valga poco se non accompagnato da una contestuale azione quotidiana, attiva e concreta, a differenza di alcuni non sono affatto sorpreso da chi preferisca vedere i calciatori in piedi prima del fischio di inizio. Perché storicamente il cittadino medio italico non si inginocchia mai innanzi agli ideali forti, casomai obbedisce loro perché si sente obbligato. Al contrario, si getta letteralmente in terra, facendosi addirittura zerbino, di fronte agli uomini che ritiene tali. E in ogni epoca lo fa in particolare per determinate ragioni:
Perché ne ha paura...
Perché lo fa sentire onnipotente...
Perché gli fa credere che si può fare quel cazzo che ci pare e si è addirittura acclamati per questo...
Perché lo convince che si possa mandare a fare in culo tutto e tutti...
Perché gli dimostra che in Italia senza studiare e avere alcuna competenza o merito si può fare ogni cosa, addirittura governare un paese…
In generale, perché lo illude di poter smettere di vergognarsi della sua parte peggiore e di poterne perfino andar fiero. Al contempo, le idee forti nel senso più nobile e umano del termine, capaci di rivoluzionare al meglio la vita di tutti, le rifugge come il più letale virus del pianeta. Perché lo costringono a guardarsi allo specchio, mostrandogli quella parte che sa alla perfezione quanto faccia schifo…
Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email
Il mio ultimo libro: A morte i razzisti