Il muflone e la variante umana

Storie e Notizie N. 1965

Ascolta me, megalomane di un bipede dalla pancia troppo grande e il cuore troppo piccolo. Altrimenti, non si spiega come tu riesca a divorare tutto ciò che respira o meno senza esplodere e, soprattutto, a odiare qualsiasi cosa respiri o meno senza…

Ecco, senza… vedi, non riesco neppure a scriverlo per quanto risulti irragionevole a un vecchio muflone come il sottoscritto: senza capire che questo ti rende la creatura più idiota dell’universo. Secondo forse soltanto ai moscerini che continuano a milioni con il farsi friggere dai lampioni, scambiandoli per stelle. Un po’ li capisco, però. Credo che tutti noi animali faremmo qualsiasi cosa pur di fuggire da qui e trasferirci su un astro a caso del cielo.

A ogni modo, non mi sono ancora presentato. Io sarei un muflone, uno di quelli rari, volgarmente detti pecore selvatiche della regione del Caspio. A dirla tutta, sono un muflone migrante, ma non come lo intendi tu, che magari comincerai a tirar fuori le tue menate tipo ogni gregge a casa propria, e così via intollerando. La verità è qui mi ci hanno portato, cappero, ed è stato uno dei tuoi, mica uno dei miei.

Per la cronaca, quando scrivo qui mi riferisco all’Isola del Giglio. Ora si dà il caso che siamo rimasti in trenta, okay? Non trenta milioni e neppure trentamila, chiaro? Siamo solo in trenta, e non per molto, perché alcuni tra noi, a cominciare da me, sono in là cogli anni e chissà se vedremo, che so, il giorno in cui il Covid sarà sconfitto, per dirne una tutt’altro che a caso, vedi poi. Ciò malgrado rappresentiamo un gravissimo pericolo per i raccolti, dicono. Per questo ci devono abbattere, dicono. Ed ecco perché i cacciatori sono sulle nostre tracce, dicono e sparano.

Sebbene i soliti ingenui, buonisti, hippy, figli dei fiori, nonché drogati e debosciati con il portafogli sul ventricolo sinistro nel cuore delle frange radicali antagoniste e terroriste degli ambientalisti sostengano che sia tutto falso e che ci sarebbe spazio anche per noi, ecco il virgolettato del sindaco dell’isola: “Non capisco perché ci sia tutta questa pantomima. Gli animali non sono autoctoni del Giglio e possono essere cacciati legalmente, come i cinghiali”.

Ora, a parte il fatto che come i cinghiali ci sarai, non confondiamo le specie, cosa vuol dire che gli animali non autoctoni possono essere cacciati legalmente? Ma se voi altri è dall’inizio dei tempi che invadete ogni luogo del pianeta e devastate tutto ciò che respiri o meno, vedi sopra, e cosa dovremmo fare noi altri animali? Aggredirvi legalmente? Possiamo? Davvero? Anche con creature minuscole come un virus?

Va be’, questa è telefonata e anche cattiva, scusa, però voi ce le chiamate. Anzi, no, le reclamate urlando a squarciagola.

A ogni modo, a proposito del suddetto, se proprio devo dirla tutta sino in fondo, sai la natura come funziona? Prendi un branco di noi altri. Se uno di noi scopre un modo, che so, di procurarsi il cibo, trovare riparo per la notte o nascondersi dai cacciatori gigliati, automaticamente diviene patrimonio comune. Perché questo vuol dire far parte dello stesso branco, o specie, il ragionamento è lo stesso, basta moltiplicare il concetto per ogni cuore che batte e il risultato è salvezza per tutti. Invece, tu non ce la fai proprio a condividere le cose che contano, vero? Adesso blocchi le frontiere e diffondi il panico per le varianti africane, ma quando in tempi assai sospetti era il momento di permettere ai paesi poveri di farsi liberamente il proprio vaccino - che avrebbe evitato questa situazione - hai chiuso occhi, cuore e borsello.

Comincio a pensare che sei tu la variante più pericolosa di questo nostro, povero pianeta…

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