Quando a tradirti sono i supereroi
Storie e Notizie N. 1988
Credo che le notizie maggiormente drammatiche, le quali raccontano e soprattutto denunciano l’ennesima violazione dei diritti e della dignità, qualora quest’ultima riguardi un numero considerevole di esseri umani, vadano affrontate un po’ come mi suggeriva decenni addietro un maestro di quelli veri, che ti insegnano a relazionarti con le persone, ancor prima che con le materie o i programmi: ogni discorso, qualsiasi conclusione, ciascuna scelta devono prima di tutto tener conto dell’elemento più vulnerabile coinvolto nella vicenda, giammai quello più forte.
Così, provo a narrare l’accaduto sforzandomi di fissare l’obiettivo su di lei, la donna che è stata tradita.
La donna che è stata tradita da loro, dai supereroi. Non dalla gente comune, che al peggio fa da tappezzeria o comparsa nelle avventure dei nostri e al meglio pronuncia una singola battuta che funge solo da assist per il colpo vincente del prode protagonista.
Mai come di questi tempi il cinema e la tv, ovunque vi sia uno schermo, sono stracolmi di semidei a stelle e strisce, dove un tempo erano solo impavidi cowboy, solerti sceriffi e detective dal cuore duro. Mutano, anzi, si moltiplicano gli scenari e le epoche, i generi e anche le diversità di genere, ma a salvare e proteggere ci sono sempre loro, gli americani dalla potenza digitalmente aumentata, più che la realtà.
Ciò malgrado, non può non stridere cosa invece avviene all’interno di quest’ultima a una donna.
Una donna del lontano Camerun - dove continuano ad arrivare, come a ogni latitudine del mondo e delle rete, le mirabolanti gesta degli eroi di cui sopra - la quale decide di chiedere aiuto proprio a loro. E chi meglio di Spiderman e Capitan America, di tutti i Fast and Furious messi assieme, di Neo e John Wick con la medesima barba ritoccata, e di tutti gli spin off di Star Wars e della Marvel magicamente uniti per la causa principale finora ignorata: giammai sconfiggere l’alieno di turno che desideri distruggere la terra, perché basterebbe anche solo accogliere e dare rifugio a chi sta scappando dai nostri stessi simili.
Secondo il rapporto di Human Rights Watch la donna è arrivata assieme ai suoi concittadini nella terra prima sognata, poi promessa e infine disattesa, nell’ottobre del 2020.
C’era lui al governo, il presidente col parrucchino, quello crudele e senza cuore, come raccontano ancora. Difficile negarlo, a priori, durante e a posteriori. E una volta approdati sulla costa, i richiedenti mero ascolto e semplice umanità, in una parola asilo, e la protagonista di questa brutta storia non vi trovano l’ardita resistenza o i saggi Jedi, bensì i soldati a difesa della morte arancione, più che nera, in tinta con la capigliatura del leader, in breve ICE.
Ecco come funziona il teletrasporto per i viaggiatori privi della divisa della Federazione stellare: da una prigione all’altra, da un inferno familiare a quello oltre lo specchio, in cui avevi sognato di vedere un film diverso, di quelli che salvano la vita oltre che l’immaginazione.
La donna viene incatenata e portata in cella. Quindi viene minacciata e costretta a firmare e a imprimere le proprie impronte digitali sul documento che in pratica decreta la fine. La fine di ogni speranza. La fine di ogni illusione. La fine di parte di sé che non riavrà più indietro.
Ma come? E i supereroi? Era tutto finto? Lo era sino a questo punto?
Domande come queste si affollano nella mente ferita, ma mai quanto il corpo, di coloro che insieme alla nostra si ritrovano in volo verso casa, per ragioni di sintesi. Per esteso, tu leggi pure come il luogo da cui erano fuggiti per sopravvivere al primo tradimento. Quello di chi ti è familiare e sulla carta affine.
Tuttavia, come dice il detto, dai nemici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io. E chi ci proteggerà, invece, dai supereroi?
Nessuno.
Difatti, una volta messo piede sulla terra natia, l’incubo dal quale era scappata prende tragicamente forma nel modo peggiore. La donna viene catturata da altri soldati, tu guarda quanto si dimostra sadico il destino – o è la pseudo umana specie a esserlo. Quindi, per sei, terrificanti, terribili, atroci settimane, quaranta giorni e oltre, centinaia e centinaia di ore, decine di migliaia di minuti e secondi, viene torturata e violentata.
“...usavano corde, tubi [di gomma], stivali, cinture militari”, racconta. “Mi colpivano su tutto il corpo. Hanno detto che ho distrutto l'immagine del Camerun... quindi ho dovuto pagare per questo.”
Magari qualcuno dovrebbe intervenire massicciamente sulla trama all’interno della narrazione che viene diffusa nel mondo, sia nella finzione che nelle raffigurazioni dei media.
Perché se Brecht ha saggiamente detto beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, forse, sono altrettanto fortunati coloro che non hanno un'estrema necessità di incontrare persone con un briciolo di umanità...
Vieni ad ascoltarmi sabato 12 febbraio 2022 alle 17.30, Libreria Lotta, Roma
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