Un muro rivoluzionario e moderno

Storie e Notizie N. 1994

In questa ennesima storia, o vicenda, nuova e vecchia allo stesso tempo, seguitemi sin nella Repubblica Domenicana e venite a conoscere il Presidente Luis.
Si dà il caso che il sopra scritto sia un personaggio rivoluzionario e moderno nel medesimo istante. Ma che dico? Nell’arco di una singola frase pronunciata in pochi secondi in un’occasione speciale, ma scontata allo spasimo, invero moderna e rivoluzionaria, concettualmente ossimoro ma liberisticamente sensata: “[Con il muro tra noi e Haiti] il vantaggio per entrambe le nazioni sarà di grande importanza.”
Difficile da comprendere avvalendosi di un cervello dotato di una razionalità lucida e disinteressata, ma nell’intelletto dell’uomo simbolo del Partito Rivoluzionario Moderno, in accordo alla definizione della propria compagine, tutto torna.
Che so, a ilare titolo di esempio, più che mero, avrebbero ragion d’essere in ordine sparso: il capitano della nave che ordini ai suoi di tirare su a bordo la ciambella di salvataggio lasciando affogare il naufrago, la madre che allontani il seno dal proprio bimbo affamato, il chirurgo che all’improvviso decida di non ricucire il paziente dopo averlo operato, eccetera, i quali un istante dopo si giustificassero affermando: “Il vantaggio sarà per entrambi di grande importanza.”
Chissà, forse nella fredda lungimiranza del leader moderno e rivoluzionario, non sopravvivere a lungo o morire al più presto - dal punto di vista di creature nate sfortunate e colpite da un destino addirittura più avverso - corrisponde a un effettivo vantaggio.
Si potrebbe quasi immaginare che nella percezione delle cose del nostro, egli si senta quasi un benefattore e una persona di gran cuore, ma in modo rivoluzionario e moderno, s’è detto, che gli permette di trovare il coraggio e l’amore di staccare la spina al vicino di terra e migrante per disgrazia, più che necessità.
Ecco l’aiuto ideale offerto agli haitiani da parte del sovrano nel regno fratello, terra di resort e campi da golf, nelle vesti di capo politico, ma anche presidente di importanti organizzazioni turistiche e membro del consiglio di amministrazione dell’Associazione Nazionale degli Hotel e dei Ristoranti, figlio a sua volta di immigrati libanesi e quindi convinto di aver appreso appieno le moderne e rivoluzionarie lezioni americane: un muro delimitato da 70 torri di avvistamento in cemento spesso 20 cm e alte 3,9 metri, sormontate da una recinzione in rete metallica, che disporranno di fibre ottiche per comunicazioni, sensori di movimento, telecamere, radar e droni.
Sarà un gran vantaggio per un paese come Haiti, il più povero dell’emisfero occidentale, che soltanto nell’ultimo anno ha vissuto l’assassinio del Presidente e l’ennesimo terremoto, il quale ha distrutto il sud rurale del paese.
Eppure conta nulla se gli esperti sostengono che tale spreco di denaro, tempo e umanità, probabilmente servirà a poco ad arrestare i flussi migratori.
Perché ciò che i leader attuali, moderni e rivoluzionari, stentano a comprendere è che coloro che hanno quale unico obiettivo riuscire ad arrivare sani e salvi all’indomani conoscono un solo vantaggio in comune con le genti oltre muro che sia degno di questo nome: restare in vita anche solo un altro secondo.
Un altro secondo.
Un altro ancora.
Ancora.
E ancora.
Sino all’alba.
E via daccapo...


Vieni ad ascoltarmi sabato 12 marzo 2022 alle 18.00, Libreria Ubik, Monterotondo (RM)

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