Scontrosa e volitiva

Storie e Notizie N. 2081

Mi chiamo Aura e sono scontrosa e volitiva, così dicono, o dicevano.
Perché me ne sono andata, ma ho lasciato tanto alle spalle di importante, essenziale e unico.
Perché ero una madre, e dovrebbe bastar questo, ecco.
Far di tutto pur di non estinguerci, contribuendo ciascuno nel suo piccolo – o grande come nel mio caso – alla difesa del presente come del futuro, dovrebbe essere un compito ineludibile all’alba di ogni santo giorno.
Come dire, una volta fatto questo si può pensare ad altro.
Ciò che ho sempre trovato incomprensibile è l’intento di coloro che hanno scelto esattamente l’opposto quale obiettivo prioritario.
Per la cronaca sono vissuta vent’anni e vi sembra poco, lo so, ma per noi è tanto. Chiudendo il sipario a vent’anni e sei mesi, per essere precisa, ho battuto ogni record.
Sembrerà strano, ma il mondo mi piace ancora e, soprattutto, essere parte di ciò che è vivo su di esso.
Respirare e guardare, correre e alla fine fermarsi a riposare, addormentarsi e un attimo prima di chiudere gli occhi pensare a tutte le cose fatte e quelle che ancora restano da fare.
C’è tanto da fare di utile, là fuori. Ci penso spesso quando sento dire a qualcuno, soprattutto i giovani, di non saper cosa fare. Be’, c’è l’imbarazzo della scelta quando si parla di natura. E quando si parla di natura si pensa ovviamente a noi altri, che ogni giorno che passa diventiamo rarità, invece che amenità, come in quella bella storia sugli androidi che sognano le pecore.
Prendi le persone che mi hanno resa protagonista di questa vicenda, nel parco nazionale di Doñana, in Andalusia. Era il 2002 quando sono venuta alla luce e di noi ce n’erano solo 94 in tutta la penisola spagnola.
Stavamo per scomparire e sono certa che fate finta di non capire cosa significhi, ma dentro di voi lo sapete perfettamente, a mio modesto parere. Riconosco quello sguardo.
È lo stesso di coloro che mi hanno portata qui, con il desiderio di invertire l’illogico processo dell’auto eliminazione di tutto e tutti. Perché per taluni salvare vite vuol dire salvare se stessi e non è poi malaccio come modo di vedere le cose. Mi porterebbe perfino a considerare la presenza umana sulla terra come qualcosa di gradevole, se solo tale attività divenisse quella prevalente.
Dal canto mio, ho fatto quello che volevo, nulla di meno e tutto di più.
Mi riferisco a due decenni di vita e ben quattordici figli, dando un mano non solo alla mia famiglia, ma a tutta la specie, perché grazie alla mia materna generosità oggi siamo più di 1300 e le cose possono ancora migliorare.
Devono, se ciascuno di noi fa la sua parte.
Con questo non voglio assolutamente far intendere che i miei compiti siano soltanto figliare e badare ai cuccioli. Ma di certo è dovere di ciascuno di noi, madri, padri o quant'altro, l'aver cura del domani in cui saremo assenti. Altrimenti, qual è il senso di tutto?
Ho vissuto pienamente ogni secondo, con una predilezione per la pace attorno a me, sentendo il profumo della mattina, assaporando l’aria nutrita dalle piante, per poi riscaldarmi sotto il sole del pomeriggio.
Mi chiamo Aura ed ero una lince che ha fatto la sua parte per far sì che questa straordinaria fiaba continui.
Spero che queste mie parole invitino chi legge a fare lo stesso.

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