Parola d’ordine Wagner
Storie e Notizie N. 2124
Mentre si diffonde in rete la video registrazione del vergognoso quanto emblematico scarico di responsabilità tra
la cosiddetta guardia costiera libica e la presunta controparte
nostrana - nel senso di persone con il compito di aver cura del mare e
di coloro che lo navigano - in barba alla vita umana che invano implora aiuto, a causa del quale sono morte altre decine di persone innocenti, immagina di trovarti nella chat nel gruppo di governo.
Immagina, ripeto, stiamo immaginando insieme, va bene?
Okay, si va in scena.
“Come la gestiamo stavolta? Mica possiamo fare un Consiglio dei ministri in mezzo al mare...” si sfoga Giorgia con i suoi. “E se poi domando di nuovo ai giornalisti se pensano che abbiamo qualche colpa sui decessi e mi rispondono di sì?”
“Wagner” scrive dopo qualche istante Crosetto, ma tu leggi pure come il Ministro della Difesa del Governo Meloni, anche se va preso alla lettera, ovvero a difesa di quest’ultimo.
“Non è il momento di parlare di musica” ribatte Salvini dopo qualche secondo, il tempo di cercare su Google il significato dello strano vocabolo a lui ignoto. Subito dopo si aspetta che il collega venga ripreso anche dalla capa, che poi lei preferisce capo, perché è una madre, una donna, una cristiana, ma sa essere uomo quando ci vuole, parole sue.
“Guido, ha ragione Matteo…”
“Non sto parlando del compositore, poeta, librettista regista teatrale, direttore d'orchestra e saggista tedesco” ribatte il ministro difensore, anch’egli copia incollando dal web. “Ma dei russi.”
“Dei russi?” digitano quasi in coro gli altri due.
“Certo, seguite il ragionamento perché è geniale. Primo, se diamo la colpa ai libici, ci diamo la zappa sui piedi, perché se si incazzano quelli... altro che sbarchi triplicati. Secondo, gli scafisti li abbiamo già usati a volontà e quando un capro espiatorio lo sfrutti troppe volte la gente poi se ne accorge. E poi la barca è affondata, come fai a punirne uno per toglierti dalla coscienza tutti gli altri?”
“In effetti…” è costretto a riconoscere Matteo.
“Quindi?” incalza Giorgia, ansiosa di andare al punto e controllare la narrazione, soprattutto da quando anche a capo del PD ora c’è una donna e non può avere l’esclusiva neppure di questo.
“Non possiamo neanche puntare il dito sui migranti stessi” prosegue Crosetto. “Se c’è una cosa che abbiamo imparato dall’incidente di Cutro è che in questo paese ci sono ancora degli ostinati che li vedono come esseri umani.”
“Come hai ragione, è assurdo…” osserva Salvini particolarmente incredulo su questo punto.
“Quindi?” ripete il capo, ulteriormente nervoso.
“Quindi, qual è il nemico del momento, il quale mette d’accordo tutti e contro cui ormai ci siamo sputtanati, tanto vale insistere?”
“I russi?” fa Salvini indeciso.
“Wagner, a essere preciso” risponde Crosetto per non dargli soddisfazione. “Ovvero, il braccio armato e mercenario dei russi guerrafondai, dei russi colonizzatori, dei russi che sfruttano le ricchezze dell’Africa e i russi che destabilizzano il continente. Questa dev'essere la nostra narrazione: sono i russi che costringono i migranti a partire a migliaia verso le nostre coste. I cattivi che ci servono ora sono loro.”
“Mi piace...” fa dopo qualche secondo Giorgia Meloni.
“Anche a me” si unisce a malincuore Matteo.
“Parola d’ordine Wagner, allora?” chiede l’autorizzazione Crosetto.
“Certamente” approva il premier. “Al mio segnale fatela girare subito e che entri nella testa della gente anche quest’altra storia.”
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