Antifascismo spiegato ai ragazzi

Storie e Notizie N. 2135

C’era una volta da qualche parte, oltre i confini della nostra sopravvalutata ragionevolezza, un giovane di utopiche speranze, più che belle, che mi piacciono anche di più. La bellezza prima o poi decade, mentre l’utopia è come un miraggio all’orizzonte. Forse non la raggiungerai mai, ma il viaggio vale qualsiasi prezzo. Perché, in ultima analisi e con il vantaggio dell’età che avanza, è il solo vero movimento verso il domani.
Il nostro, udite udite, sognava di impegnarsi contro le incrostazioni calcaree del mondo.
Tu guarda che razza di storia strampalata sto leggendo, direte in molti e magari la maggior parte uscirà in questo momento dal metaforico teatro, ma vado comunque avanti. Chiedo scusa, ma è l’utopia che mi chiama, succede anche scrivendo, talvolta.
Il giovane, quindi, si presentò al centro di addestramento e l’istruttore lo ricevette nel suo ufficio.
“Perché sei qui?” domandò l’addetto alla formazione dei novellini.
“Perché sono contro le incrostazioni calcaree” rispose appassionato il nostro.
“Bene, ne sono contento. Ma perché sei contro di esse?”
Il ragazzo non si aspettava una domanda a suo avviso così banale e dopo qualche secondo di esitazione disse come se recitasse una lezione imparata a memoria: “Perché le incrostazioni calcaree si depositano quasi ovunque al passaggio di acqua a contenuto calcareo, giustappunto, e sono in grado di compromettere il funzionamento di componenti preziosi per la nostra vita.”
“Bravo, vedo che hai studiato”, osservò l’istruttore.
“Grazie, signore”, fece il giovane.
“Riposo…” replicò un pizzico divertito l’altro. “Rilassati, però, non sei mica in una caserma. Ma prendiamo comunque molto seriamente il nostro lavoro, non hai idea di quanto sia urgente.”
“Per questo sono qui”, rispose il giovane mosso dall’entusiasmo dell’età e dell’utopia di cui sopra, già.
“Bene, ma prima di iniziare devi capire cosa effettivamente vuol dire essere contro le incrostazioni calcaree. Non è così facile o semplice, e non è scontato per molti come sembra.”
“Dice?” fece il ragazzo sorpreso. “Nessuno dei miei amici è a favore del calcare. Come può essere vero il contrario?”
“Okay, ho capito, ti faccio l’esempio che sottopongo a tutti i nuovi arrivati. Prendi il fascismo, okay?”
“Il fascismo? Cosa c’entra il fascismo con il calcare?”
“Assecondami. Sei fascista?”
“No di certo, scherza? Chi può essere ancora fascista oggi?”
“Ottimo, mi fa piacere. Ma immagina di vivere in un Paese con una storia decisamente fascista che non abbia fatto i debiti conti con il passato. Sarebbe come abitare in un ambiente dove il calcare ha regnato indisturbato a lungo e poi ci si è dimenticati di combatterlo a fondo. Sottovalutandone la pericolosità, ignorandone la presenza, o addirittura elogiandone i presunti aspetti positivi.”
“Gli aspetti positivi del calcare?!”
“Già. Assurdo, vero? Ora, se tu vivessi in un ambiente del genere che faresti?”
“Sarei qui, come adesso, con la volontà di contribuire con il mio impegno a combattere il calcare.”
“E non sarebbe comunque sufficiente, amico mio.”
“Perché?”
“Perché in un ambiente dove, nonostante i danni che ha fatto in precedenza, il calcare è sopravvissuto indenne, camuffandosi, cambiando forme e colori, per poi mescolarsi con tutto il resto, non è sufficiente che alcuni come te si presentino qui per impegnarsi contro di esso. Anticalcare è ciò che dovrebbero essere tutti gli abitanti, dal primo all’ultimo, ogni giorno, ovunque. Altrimenti, basta un pochino d’acqua e tutto può ritornare esattamente come prima…”

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