L’elefante nel cielo

Storie e Notizie N. 2149

Una storia semplice, un’altra ancora, per raccontare ciò che è sotto gli occhi di tutti, eppure…
Eppure a casa di Caterina, dieci anni a breve, il telegiornale della sera piange i morti per il maltempo, mentre il padre dispiaciuto ascolta e osserva la paurosa narrazione del mezzo busto inquadrato.
“Papà!” esclama all’improvviso la bambina, la quale dopo aver seguito attentamente le notizie con il genitore si è alzata dal divano e si avvicinata alla finestra per sollevare la tenda e guardare fuori, in alto, dove c’è più luce malgrado il tramonto del giorno e della ragione, dipende dai punti di vista.
“Cosa c’è, cara?” fa l’uomo senza smettere di fissare angosciato il mega schermo inondato da brutte notizie dalle nostre regioni.
“Guarda, c’è un elefante nel cielo!”
“Sì, certo, piccola, come no. Salutamelo.” E riprende a concentrarsi sul triste bollettino.
“Dico sul serio”, si lamenta la figlia alquanto irritata. Quindi abbandona la finestra e si mette tra il padre e la tv con i classici pugni sui fianchi.
“Caterina, togliti. Non vedi cosa sta succedendo in Emilia Romagna? A causa delle alluvioni ci sono stati dei morti! E si parla di 20.000 sfollati, capisci cosa vuol dire?”
“Sì, papà, ma…”
“Ma cosa? È successo anche nelle Marche, sai? Pure lì ci sono tante famiglie evacuate, con frane e ponti chiusi. L’ha detto il telegiornale, prima, se tu ascoltassi ogni tanto, che il nostro paese è il terzo in Europa per numero di vittime e danni causati dalle alluvioni…”
“Ecco papà, a proposito delle cause, vorrei dire che…”
“Pure noi siamo a rischio, non credere che qui a Roma siamo al sicuro, sai?”
“Sì, lo so. Ma su questo argomento a scuola…”
“Scuola? E come ci vai a scuola se poi si allaga tutto?”
“Sì, è vero, ma di tutto questo ne abbiamo parlato in classe proprio questa settimana.”
“Davvero?”
“Sì, certo. Ti posso fare una domanda?”
“Sì, è ovvio.”
“Cosa ha detto la gente che ci governa di quello che sta succedendo?”
“Cos’ha detto? Un attimo.”
L’uomo prende il cellulare, apre il browser e cerca le risposte.
“Allora – fa lui scorrendo e cliccando articolo dopo articolo – il primo ministro Giorgia Meloni ha dichiarato che il governo c’è e che interverrà con aiuti e interventi sulle tasse nelle zone colpite.”
“Va’ avanti” lo incoraggia Caterina, la quale ha tolto i pugni dai fianchi e ora le braccia sono distese lungo il corpo con un pizzico di rassegnazione, ma non troppa per fortuna, la nostra.
“Il ministro per la protezione civile Musumeci ha promesso entro un anno un piano nazionale sul dissesto.”
“Sì... poi?”
“Va be’, lasciamo perdere un ministro per le infrastrutture chi si preoccupa della sconfitta della sua squadra del cuore mentre quelle stesse infrastrutture crollano e la gente muore. Il ministro dell’interno Piantedosi ha garantito anche lui un decreto legge mentre sorvolava con l’elicottero i territori funestati. Tra i politici, oltre a chi offre una mensilità del proprio stipendio per aiutare gli sfollati, ci sono ovviamente i sindaci. C’è chi ha definito l’alluvione una catastrofe, chi apocalittica e chi inimmaginabile…”
Inimmaginabile? Sul serio? Ecco, papà, è proprio questo il punto a cui siamo arrivati l’altro giorno con la maestra.”
“Quale punto?”
“La nostra insegnante ci ha detto che la maggior parte degli adulti, soprattutto i politici e tutti quelli che ci governano oggi, quando succedono queste disgrazie si comportano come con la storiella dell’elefante nella stanza, che è gigantesco e ben più grande di tutto il resto, ma nessuno sembra vederlo, o volerlo vedere, ha aggiunto lei. In questo caso l’elefante però è ancora più grande. È immenso ed è in cielo, quindi lo può notare chiunque in ogni istante e in qualunque parte del mondo.”
“Di quale elefante stai parlando?” fa l’uomo con un’espressione inebetita.
“Papà… davvero? Capisco il nostro governo per cui non esistono proprio gli elefanti, mi sa, ma tu ed io dobbiamo ancora rifare quel discorsetto sul riscaldamento globale, i cambiamenti climatici, e le responsabilità di ciascuno di noi?”

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