Il clima è un problema non i migranti

Storie e Notizie N. 2175

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All’inizio del pezzo di oggi vorrei aggrapparmi disperatamente all’esito di un sondaggio della Open Society Foundations. Secondo i circa 36.000 intervistati di 30 nazioni del mondo – tra cui anche l’Italia – in cima alle fonti di preoccupazione e ansia ci sono i cambiamenti climatici e dar da mangiare alla propria famiglia. Inoltre, udite udite, non c’è l’immigrazione, la quale non viene considerata affatto un problema.
Caspita, tra costoro vorrei incontrare uno per uno perlomeno i nostri concittadini per sapere chi sono, quanti sono e dove vivono. Là fuori, all’esterno delle mie abituali cerchie – e talvolta anche all’interno – ho spesso l’impressione di essere in minoranza a pensarla esattamente come chi ha risposto all’inchiesta.
Allora, mosso dal desiderio di prolungare tale inaspettato pensiero felice, visto che accade più spesso l’inverso quando mi butta giù leggere i deprimenti risultati di ben altri sondaggi con esiti opposti, provo a credere che il suddetto campione intervistato sia non dico maggioranza, ma una porzione comunque significativa della cittadinanza, al punto da poter risultare decisiva a livello elettorale. Che so, magari si trova nascosta tra le pieghe dell’invisibile popolo degli astensionisti.
Mettiamo che sia davvero così. Lasciamoci suggestionare da una vena di particolare ottimismo, e poniamoci allora la seguente domanda: perché il racconto delle cose del mondo, quello reale, non tiene conto del comune sentire di così tanta gente nel paese? Ovvero, se come vado scrivendo e narrando da anni, l’immigrazione non è affatto un problema prioritario per gli italiani, bensì dar da mangiare ai figli e rimediare allo scempio climatico che per primi da questa parte del mondo abbiamo creato, perché questi ultimi sono addirittura messi in secondo piano da politici di rilievo e principali organi di stampa?
Laddove poi gli straordinari scompensi che turbano disastrosomente ogni tipo di equilibrio nella salute del nostro pianeta condizionano in modo clamoroso i fenomeni migratori, come si fa a insistere non solo nel propinare la balla delle persone migranti come causa di tutti i mali, ma addirittura a non prenderci una volta per tutte come nazione le nostre responsabilità? Ovviamente mi riferisco soprattutto al governo, quello attuale, ma anche quelli precedenti e quelli che verranno.
Invece è sufficiente dare un’occhiata alle principali notizie dei nostri maggiori quotidiani per constatare qualcosa che dovrebbe farci riflettere ulteriormente su ciò che non funziona nella narrazione che ci viene propinata.
A tal proposito, in tempo reale, prendete due vere e proprie tragedie umane come il recente terremoto in Marocco e le conseguenze del passaggio del ciclone Daniel in Libia, altrettante nazioni non a caso. Marocco e Libia, entrambi paesi crocevia dei flussi migratori verso l’Europa e in particolare il Mediterraneo occidentale.
Le rispettive popolazioni sono state tremendamente colpite da tali sciagure, con quasi 3.000 morti e circa 2.500 feriti in Marocco, mentre in Libia si contano almeno 2.000 deceduti, con i funzionari locali che parlano addirittura di 10.000 e 100.000 dispersi. Eppure, i nostri governanti e parte dei media servitori continuano a spaventare la gente con i soliti sbarchi record e la consueta propaganda xenofoba. Come se, in ultima analisi, le suddette questioni – sconvolgimenti del clima e della Terra stessa - e migrazioni non fossero giustappunto inconfutabilmente collegate. E invece lo sono eccome, è dimostrato dai fatti, dalla scienza, e nel nostro caso perfino opinione condivisa da almeno 36.000 intervistati più uno, ovvero chi scrive.
Difatti, costoro continuano a venderci un mondo al contrario alla stregua del libro di quel tizio di cui non voglio parlare per non fargli ulteriore pubblicità, in cui è il clima a non essere affatto un problema per i cittadini, mentre invece lo sono i disgraziati che fuggono anche da cataclismi come quelli di questi ultimi giorni...

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