Scrivere la Storia di chi è stato cancellato

Storie e Notizie N. 2186

Guarda e ascolta il video podcast su Youtube

Ascolta il podcast su Spotify, Apple, Audible, Youtube Music

L’articolo che mi ha ispirato oggi è uno di quelli che andrebbero letti e riletti più volte. Forse, chi come il sottoscritto ha il dono del tempo di dedicarsi al racconto dell’attualità, la quale è imprescindibilmente collegata al passato che l’ha preceduta e al futuro che ne deriverà, avrebbe necessità di farlo in ogni occasione prima di iniziare a far saltellare i polpastrelli sulla tastiera.
Dice Santilla Chingaipe, scrittrice, giornalista e regista australiana originaria dello Zambia: “Dobbiamo essere consapevoli di chi è escluso dalla Storia”. Una frase semplice che già spiega tutto. Nel suo caso si riferisce alle vittime del colonialismo, schiavizzate dentro e all’esterno del corpo, prima, durante e anche dopo la fine della loro prigionia.
Per sottolineare la complessità e l’urgenza di tale obiettivo cita un’altra autrice, Marisa J. Fuentes, scrittrice e storica statunitense, la quale si domanda: “Come possiamo raccontare gli scorci fugaci dei soggetti schiavizzati presenti negli archivi e – al contempo - soddisfare le esigenze disciplinari della Storia, la quale esige di costruire resoconti imparziali di quegli stessi documenti?”
Tale onesto e distaccato equilibrio nella narrazione dei fatti è una condizione fondamentale, anche se fa sorridere al pensiero che ciò sembra riguardare soltanto l’esposizione del passato, mentre sui media più influenti e “tradizionalmente” autorevoli il presente è diffuso tramite tutte le interpretazioni possibili a discapito della mera realtà.
Nel mentre, brillanti ricercatrici di passati omessi come la  Chingaipe si pongono domande essenziali dal punto di vista etico per riuscire nel proprio intento di raccontare le storie di coloro che sono stati cancellati, messi a tacere e trascurati: chi trascrisse quelle informazioni? Come furono eseguite tali trascrizioni? Qual è la conseguenza del riportare i fatti senza una corretta analisi?
Anche questo, a mio modesto parere, vale per la Storia andata così come per il presente. Sono quesiti altrettanto essenziali da porsi puntualmente prima di riempire il bianco della pagina.
Prova rabbia, la nostra autrice, ogni qualvolta si trova davanti a vicende terribili ai danni dei nostri simili nascosti sotto il tappeto dei vincitori, sentimento che condivido totalmente. Ed è qui che suggerisce una spiegazione perfetta per ciò che è stato: l’ingiustizia epistemica, la quale si palesa qualora qualcuno venga colpito duramente nella sua possibilità di conoscere le cose come sono effettivamente andate.
Essa a sua volta, come ricorda la filosofa britannica Miranda Fricker, si divide in ingiustizia testimoniale ed ermeneutica. La prima si verifica quando un pregiudizio errato fa sì che un ascoltatore dia un livello di credibilità minore alla parola di un oratore. Magari perché è diverso da noi o razzisticamente ritenuto inferiore. La seconda si svolge in una fase precedente, allorché un divario nelle risorse interpretative collettive metta qualcuno in una situazione di ingiusto svantaggio nel momento in cui si tratta di dare un senso alle sue esperienze sociali. Per esempio, quando una ragazza denuncia delle molestie e non viene creduta.
Ora, come ho già anticipato in precedenza, tale illuminante e necessario approccio metodologico nello studio della Storia già scritta credo a mio umile avviso sia doveroso anche nel racconto dell’oggi.
Di certo, nella società dei social e dei tuttologi da poltrona non è riproducibile in ogni occasione e contesto, ma credo che chi si ritrovi tra le mani, più o meno meritatamente, non solo il privilegio ma anche la responsabilità di trasmettere ai suoi contemporanei la vita là fuori nelle sue trame più rilevanti, ha l’obbligo se non altro morale di mostrare la medesima scrupolosità delle storiche e delle scrittrici qui citate.
Mi fermo qui, per oggi, perché ciò mi da molto da pensare su quel che sto facendo con questo sito e spero che inviti a riflettere anche a chi legge o ascolta.

Leggi, guarda e ascolta altro su razzismo e antirazzismo

Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email