La scuola dei talenti razzista del Ministro Valditara

Storie e Notizie N. 2229

Guarda e ascolta il video podcast su Youtube

Ascolta il podcast su Spotify, Apple, Audible, Youtube Music

Il racconto che segue è stato inevitabilmente ispirato dalle recenti visioni dell’attuale Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara riguardo - cito testualmente - “a ragazzi stranieri con importanti deficit in italiano e matematica”. Secondo il nostro, o meglio il loro, “le vie percorribili possono essere due: il temporaneo insegnamento differenziato, in accompagnamento alle lezioni ordinarie, della lingua italiana ed eventualmente della matematica, fino a un adeguato allineamento alle competenze già acquisite dal resto della classe; oppure corsi pomeridiani obbligatori di potenziamento.”
Allora, immaginiamo di trovarci nel mondo desiderato dal Meloniano Ministro.
Siamo in una scuola del nuovo ordinamento. È pomeriggio e il novello funzionario addetto ai corsi alternativi, chiamiamoli così, accompagna nella classe apposita gli studenti sovranisticamente selezionati. Chiamiamoli secondo scontato copione, Mohamed, Aisha e Karim.
Tuttavia, le cose sembrano fin dall’inizio non andare secondo i piani dell’incubo, più che sogno del Ministro.
Si dà il caso infatti che all’ingresso della scuola si riunisca nel frattempo un nutrito gruppo di inaspettati studenti accompagnati dai loro genitori.
Così, mentre l’insegnante incaricato di provvedere alla necessaria italianizzazione dell’istruzione dei ragazzini prescelti dà inizio alla lezione, il funzionario si reca alle porte dell’istituto.
“Buonasera…” fa stupito di fronte a quella insolita calca.
“Buonasera a lei”, fa uno dei genitori in prima fila, con il figliolo accanto, alla stregua degli altri “Abbiamo trovato chiuso e vorremmo far entrare i nostri ragazzi per seguire i corsi.”
Ascoltando tali parole e, soprattutto, osservando l’aspetto esteriore dei presenti, l’addetto è ulteriormente confuso.
“Chiedo scusa”, fa rivolgendosi anche gli altri, “ma credo ci sia stato un equivoco. Queste lezioni sono riservate a quegli studenti lì... capito?”
“Quali?” domanda perplessa la signora aggrottando la fronte, parlando anche a nome di tutti gli altri genitori.
“Come quali?”
“Sì, quali?”
“Quelli lì… quelli che non parlano bene l’italiano, su, ci siamo capiti…”
“Ho capito benissimo, invece”, replica la donna. “Per questo sono qua. Anzi, siamo qua. A forza di passare il tempo tra social network e video giochi, mio figlio non legge un libro che sia uno da anni e se sente come parla…”
Anche le altre mamme e gli altri papà concordano.
“Sì, certo, ho compreso cosa intende”, fa il funzionario spiazzato. “Ma c’entra pure la matematica, quelli lì non sanno fare nessuna operazione semplice, a cominciare dalle…”
“Le tabelline?” Lo interrompe la donna. “Stava dicendo le tabelline, giusto?”
L’altro annuisce.
“E allora si figuri che a forza di usare la calcolatrice del cellulare per ogni conto questo sciagurato di mio figlio mi sbaglia pure quella del due…”
E anche gli altri si uniscono nel riprendere i propri pargoli.
Di conseguenza, il funzionario sbotta: “Signora, per favore! Ho inteso perfettamente il suo problema, ma questi corsi qua sono per quelli lì, quelli che vengono da lontano, ha capito o no?”
“Le ho detto che ho capito!” esclama a sua volta stizzita la donna. “Ma lo sa dove abitiamo noi? Da quando mio marito ed io abbiamo perso il lavoro, siamo dovuti tornare a casa da mia madre e se le dico dove stiamo adesso si mette a piangere per quanti mezzi dobbiamo prendere per portarlo a scuola…”
E anche su tale aspetto la donna si guadagna l’amara condivisione degli altri genitori.
A quel punto, il funzionario perde del tutto la pazienza: “Basta, finitela!” grida esasperato. “Questi corsi sono solo per i migranti, okay? Quelli africani e anche tutti gli altri, lo volete capire o no che voi siete bianchi?”
In quel momento la signora e il resto dei genitori si ammutoliscono, ma non per i motivi che il nuovo impiegato scolastico pensa. Poiché prima di voltarsi e andarsene la madre si avvicina all’uomo e mormora con un’espressione disgustata: “Siete dei razzisti…”

Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email