Banca del Vaticano licenzia Romeo e Giulietta

Storie e Notizie N. 2254

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C’erano una volta Romeo e Giulietta.
Non gli sfortunati amanti della celeberrima opera di William Shakespeare.
Ma è così che la stampa li ha chiamati.
Forse perché è stato ugualmente l’amore che li unisce a condannarli a un finale in parte triste, malgrado imparagonabile a quello della famosa coppia letteraria.
Nondimeno, facendo un quanto mai prudente omaggio alla nota tragedia del grande drammaturgo inglese, proviamo a raccontare tale recente vicenda come se fosse una storia. D’altronde, è pratica abituale da queste parti.
Per farlo, mettiamoci nei panni dei nostri, ovvero in uno di entrambi.
Voi amate qualcuno, è capitato. Avete scelto di farlo, o meglio, qualcos’altro l’ha fatto per voi. Alcuni insistono ancora oggi a chiamarlo cuore, malgrado la tecnologia stia sempre più razionalizzando ogni bit della nostra adorabile imprevedibilità.
La buona sorte ha voluto che i vostri sentimenti siano ricambiati e non è affatto scontato da che mondo è mondo, volubile e spesso spietato.
Galeotto è stato il posto di lavoro, come talvolta succede. È un classico, esattamente come lo straordinario scritto del grande Bardo. Ci si incontra tutti i giorni e in uno di essi, all’improvviso, si comincia a vedere quella persona in un modo differente. Diciamo pure nella sola maniera in grado di sconvolgere tutto il resto.
Non conta assolutamente nulla in cosa quest’ultimo consista nella realtà dei fatti.


Il colpo di fulmine, che sia tale, istantaneo e travolgente, ovvero proteso in una frazione di tempo più prolungata, è del tutto impermeabile al luogo in cui si manifesta. La Storia con la esse maiuscola, così come le piccole e grandi storie che ci raccontiamo da sempre, ci hanno puntualmente dimostrato che i limiti imposti dai nostri simili e dalle carte bollate possono far poco per arrestare quell’impetuoso torrente di sentimenti ed emozioni. E spesso e volentieri non fanno altro che incrementarne l’irruenza.
Nel nostro caso, i datori di lavoro dei due innamorati, le figure responsabili della Banca Vaticana, hanno stabilito a suo tempo una norma: se due dipendenti dovessero sposarsi, uno di loro dovrà dimettersi. Altrimenti, verranno licenziati entrambi.
La regola fu adottata per arginare eventuali conflitti di interesse e forme di nepotismo. Una decisione all’interno di una politica ben più ampia per dimostrare discontinuità con le cattive condotte che in passato hanno macchiato il curriculum dell’istituto finanziario.
Nondimeno, continuiamo nello sforzo di immedesimazione iniziale.
Siamo lui, siamo lei, siamo entrambi. Di fronte a un difficile bivio, nelle vesti di una duplice decisione che porterà comunque a un danno per tutti e due.
Perché dal momento che ci siamo detti quel sì, da soli, in tempi non sospetti ancor prima di farlo di fronte a chicchessia, abbiamo scelto di essere uno.  E allora, se ci pensate attentamente, ovvero non lo fate affatto e lasciate che sia il famigerato cuore a subentrare, il bivio non esiste e la scelta è una sola: via uno, via entrambi, non v’è differenza.
Voglio credere che sia per questo che i nostri moderni Romeo e Giulietta hanno scelto di non dimettersi, né l’uno e né l’altra.
Di conseguenza, la Banca Vaticana, obbligata da se stessa a seguire i suoi regolamenti, ha finito per licenziarli.
E vissero felici e contenti.
Altrove.

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