In Finlandia banda larga è un diritto. Perché in Italia no?

 

Storie e Notizie N. 216

Da ieri, primo luglio, la Finlandia è il primo paese al mondo a rendere la connessione ad internet a banda larga un diritto legale per tutti gli abitanti.
“Abbiamo tenuto conto del ruolo di Internet nella vita quotidiana dei cittadini”, ha spiegato il ministro delle comunicazioni Suvi Linden. “Non è più solo uno svago".
Già, non è più solo uno svago.
A mio modesto parere, non è mai stato solo uno svago.
Se si pensa che Arpanet, il precursore della rete come la conosciamo oggi, era nato da un progetto di difesa e controspionaggio al servizio del governo statunitense.
Comunque internet ad alta velocità per tutti è una decisione estremamente importante per una nazione.
Significa garantire a tutti i cittadini uno strumento fondamentale di informazione e soprattutto libera condivisione di quest’ultima.
Il segno di una democrazia sana.
Perché nel mio paese non è possibile?

La Storia:

C’era una volta un paese che possiamo chiamare anche Italia.
Anzi, è l’Italia.
Stavolta non voglio giocare, perché internet non è solo uno svago.
E perché la libertà di stampa non è solo quella che permette ai giornali di ricevere i finanziamenti dallo stato, dai partiti e dalle banche, per poi scendere in piazza a manifestare contro i bavagli.
La libertà di stampa è anche e soprattutto quella che ad ogni cittadino di quel paese chiamato Italia, cioè a tutti gli italiani, garantisce il diritto di fondare un giornale e fare informazione anche senza l’aiuto dello Stato, dei partiti e delle banche.
Quel paese chiamato Italia che è l’Italia in realtà non è un vero paese.
Non è una vera nazione.
Una volta era la nazione della nazionale, ma dopo Lippi non è più neanche quella.
L’Italia è uno spettacolo teatrale.
Un film.
O una fiction.
Anzi, un reality show.
Ciò che conta è esserci.
Quel che conta è avere una parte, un ruolo riconoscibile dagli spettatori.
La storia, però, è sempre la stessa, almeno da quarant’anni a questa parte, più o meno l’età di chi vi scrive.
La storia dei luoghi comuni che tutti conoscono e tutti se ne sbattono: il governo è tutto un magna magna, i politici sono tutti corrotti e vanno a mignotte, i preti a Roma c’hanno le ville e i palazzi – perché è una vita che si sente dire, no? – i commercianti non pagano le tasse, qui comandano gli americani e così via.
Qualunquistici luoghi comuni, degni del cittadino senza arte e né parte.
Per far parte dello spettacolo, del film, della fiction, del reality show, occorre un personaggio che segua il copione.
I cattivi fanno leggi liberticide, ad personam, prendono tangenti, ricevono ville in regalo da prelati particolarmente generosi, fanno affari con banche e loschi personaggi?
I buoni sono quelli che si mostrano in diretta indignati, che protestano stracciandosi le vesti davanti alle telecamere, che ci mettono la faccia rigorosamente sui canali o i quotidiani nazionali.
A meno di non venire sorpresi a promuovere anch’essi leggi liberticide, ad personam, a prendere tangenti, a ricevere ville in regalo da prelati particolarmente generosi e a fare affari con banche e loschi personaggi.
Se ciò non accade - perché non è giusto gettare fango su tutti, non è così? – tra essi ci sono gli eroi, i miti della società civile, i campioni senza macchia e senza paura.
Scrittori, attori, giornalisti, tutti impegnati nel combattere il male.
E dove si combatte il male?
Sulle reti nazionali, nelle pubblicazioni degli editori con tiratura nazionale, sui giornali con visibilità minimo nazionale.
Non importa chi e come caccia i soldi.
Ciò che conta è esserci.
Altrimenti, come cazzo è possibile che tutti, nessuno escluso, si possano comprare villa con giardino, casa al mare, tv al plasma e auto super con tutti i comfort?!
Ecco perché in Italia il diritto alla banda larga per tutti non c’è.
Perché altrimenti, tanti personaggi, tantissimi personaggi, un mondo di personaggi, cattivi o buoni, dovrebbero cercarsi un vero lavoro…



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