Mario Monicelli, ecco la sua storia nei suoi film



Storie e Notizie N. 289

Mario Monicelli è morto.
La prima cosa che ho fatto stamani è andare a rileggere quello che avevo scritto a luglio riguardo al suo ultimo intervento ad Anno Zero.
Se avete tempo, dateci un’occhiata e poi leggete cosa dicono oggi i giornali e i cosiddetti colleghi.
Soprattutto mi ha provocato una grande tristezza e anche un po' di rabbia rivedere il video della sua intervista andata in onda durante la trasmissione di Santoro.
Così, come per voler ripercorrere la sua vita, mi sono letto ancora una volta la sua biografia su wikipedia.
Ho cercato in rete risposte sul perché del suo gesto, ma poi ho letto le parole del nipote, Niccolò Monicelli: “Non è una tragica fine, è un uomo che ha vissuto. Mi sembra che di messaggi ne abbia lasciati tanti: ricordatelo con i suoi film».
Mi è piaciuta subito questa idea.
Ho preso la sua intera filmografia e ho pensato di ricordarlo così…

La Storia:

C’era una volta un maestro di nome Mario.
Mario nacque nel 1915 a Viareggio, in Italia.
Mario era quindi Italiano.
Perdonate la ridondanza, ma di questi tempi provo un enorme piacere sapendo che un uomo come lui era mio connazionale.
Mario era un artista, un grande artista.
Ma ancor prima di essere un grande artista, era un grande uomo.
Perché?
Era sufficiente sentirlo parlare, come mi capitò il 5 dicembre del 2009, a Roma.
I grandi uomini, per riconoscerli tali, basta ascoltarli.
Prestare attenzione alle loro parole.
Allo stesso modo accade con i piccoli.
Con questi ultimi è più difficile, perché – essendo piccoli – sono costretti a gridare e soprattutto a parlare di più.
Tuttavia, Mario era e sarà per sempre una grande persona anche per moltissimi altri motivi, tanti quante sono le sue opere.
Mario era grande perché quando creava pensava a come dare il meglio di sé, Al diavolo la celebrità.
Mario era grande perché è stato Un eroe dei nostri tempi, qualunque essi siano.
Mario era grande perché amava raccontare tutto quel che vedeva, senza distinzione tra Guardie e ladri o Padri e figli.
Mario era grande perché non inseguiva i personaggi del momento, ma privilegiava I soliti ignoti.
Mario era grande perché viveva la propria arte come la sfida da affrontare con coraggio, come se fosse La grande guerra da combattere a viso aperto.
Mario era grande perché a differenza delle porcherie di oggi, ha sempre regalato Risate di gioia, vera gioia.
Mario era grande perché con le sue storie era capace di trasformare un paese da L'armata Brancaleone ad una terra di cui essere fieri.
Mario era grande perché chiunque lo avesse ascoltato veramente desiderava poter dire “E’ uno degli Amici miei…”
Mario era grande perché a differenza della maggior parte dei suoi colleghi che oggi lo compiangono non era Un borghese piccolo piccolo, tutt’altro.
Mario era grande perché sapeva sempre mostrare al popolo quali fossero i vecchi e I nuovi mostri.
Mario era grande perché semmai questi ultimi avessero protestato, lui avrebbe risposto come Il marchese del Grillo: “Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo!”
Mario era grande perché ricordando i suoi racconti si può e si deve credere che Un altro mondo è possibile.
Mario era grande perché fino all’ultimo ha lavorato per provarci che i miracoli sono possibili ovunque, come Le rose del deserto.
Mario era un uomo grande e adesso non c’è più.
Forse è un motivo in più per tenerci cari quelli rimasti e soprattutto per liberarci di quelli piccoli…

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