Vancouver disordini e scontri Atene: ribellioni a confronto
Storie e Notizie N. 393
Chi mi conosce sa che da sempre sono un amante della diversità.
La amo e per questa ragione mi sforzo quotidianamente di individuarla e – nel mio piccolo – comprenderla.
Prendiamo ad esempio una categoria che ultimamente è molto in auge sui media internazionali: ribelli.
Più che mai nello scorso secolo, nella letteratura di stampo imperialista, soprattutto quella cinematografica, il ribelle era indentificato in modo negativo, spesso distorcendo ipocritamente la realtà.
Una dimostrazione esemplare sono i nativi americani che ribellandosi agli invasori europei, i coraggiosi cowboys, venivano rappresentati come i cattivi e terribili indiani che scotennavano e scuoiavano vive le loro vittime.
Oggi, grazie più che mai alle rivolte in nord Africa e alla forza che ad esse giunge tutt’ora da internet, la ribellione viene vista in maniera differente.
E questo perché la rete non ha fatto altro che donare un maggiore criterio di verità – non quella assoluta, ovviamente – alla storia contemporanea.
Altrimenti, ne sono convinto, perfino uno come Gheddafi, un uomo che da solo controlla da anni i mezzi di informazione tradizionali in Libia, avrebbe potuto facilmente ribaltare i fatti e chiamare i ribelli come finora i potenti di turno in difficoltà hanno definito i nemici dello status quo: criminali, reazionari, separatisti, facinorosi, fino al più utile degli epiteti, ovvero terroristi.
Senza alcuna controinformazione, questa sarebbe stata accettata dai più come l'unica interpretazione credibile.
Immaginate quindi quale posizione avrebbe preso il nostro premier se la versione ufficiale fosse stata: Attacco terroristico al governo di Gheddafi.
Il colonnello avrebbe subito incassato la solidarietà di Silvio e non solo di quest’ultimo, non credete?
Ecco perché, una volta che per merito del web si è finalmente riusciti a donare la dignità che spetta alle ribellioni di piazza, è fondamentale distinguerle in base ai motivi per i quali nascono ed esplodono…
La Storia:
In Canada, a Vancouver, la squadra locale di Hockey dei Canucks ha perso la settima e decisiva gara contro i Bruins di Boston, i quali hanno così vinto la Stanley Cup.
I tifosi canadesi non accettano la cosa si ubriacano e si ribellano picchiandosi tra di loro…
Nello stesso tempo, in Grecia, ad Atene, il governo si prepara ad applicare il piano di austerità, che prevede tagli alla spesa pubblica ed aumento delle tasse. I cittadini non accettano la cosa, non hanno soldi da buttare per bere ma sono loro ad esser picchiati…
Il fatto è che sono un agnostico, altrimenti supplicherei il padre eterno di invertire le popolazioni, anche solo per un giorno. Poi voglio vedere se il tizio della foto successiva, ritrovandosi disoccupato e senza futuro, andrebbe in giro a fare il coglione perché ha perso la sua squadra del cuore…
La Notizia: Stanley Cup a Boston, disordini a Vancouver.