Monti stipendi parlamentari: competenza è del popolo se è democrazia


Storie e Notizie N. 501

C’era una volta un paese democratico.
Una nazione democratica, ovvero uno stato in cui vige la democrazia.
E’ universalmente riconosciuto – quanto è banale ripeterlo, scusate… - che democrazia significhi governo del popolo.
Ora, mettiamo caso che io viva in un paese democratico, una nazione democratica, ovvero uno stato in cui vige la democrazia, cioè il governo del popolo.
Se io vivessi in tale paese, se io fossi abitante di tale nazione e cittadino di suddetto stato, sarei parte di quel popolo.
In quel caso, saremmo io e tutti i miei concittadini a governare.
Ora, immaginiamo nella fattispecie che io viva in un paese democratico sotto forma di repubblica parlamentare.
In questo caso sarebbe più giusto affermare che nel mio stato vige la democrazia indiretta.
Il che vuol dire che il potere è esercitato da rappresentanti eletti dal popolo, cioè sempre il sottoscritto e i suoi concittadini.
Se io vivessi in codesto paese, avrei ben chiaro a chi risponderebbe il suo governo.
Il presidente della repubblica risponderebbe a me e ai miei concittadini.
Così il presidente del consiglio, altrettanto il resto dei ministri, i deputati e i senatori.
Perché? Perché costoro eserciterebbero sì il potere ma per conto del popolo.
E chi è il popolo? Sempre io e i miei concittadini.
Da cui segue una domanda, fondamentale oggi, dove vivo realmente.
Se io e voi vivessimo in un paese che si definisce democratico, direttamente o indirettamente che sia, a chi apparterrebbe la competenza in merito ai trattamenti economici dei parlamentari?
In altre parole, chi dovrebbe decidere gli stipendi dei governanti eletti?
Il popolo o questi ultimi?
E oltre ai dittatori quale categoria al mondo ha il diritto di stabilire da sola quanto guadagnare del proprio lavoro?


La Notizia (Corriere della sera): Palazzo Chigi: costi della politica, «La competenza appartiene alle Camere».