Dante antisemita Leopardi pedofilo

Storie e Notizie N. 551

Ma sì, diciamola tutta, scopriamo le carte, cribbio.
Leggo che la Divina Commedia di Dante dimostrerebbe la sua natura antisemita e islamofoba.
Bene, era ora di scoprire gli altarini.
E Manzoni? Ne vogliamo parlare?
Parliamone, parliamone, parliamo della sua maniacale avversione verso le coppie di fatto, ampiamente dichiarata nei Promessi Sposi.
Eh, capirete, Renzo e Lucia, con una bella unione civile si sarebbero risparmiati tutto quel travaglio.
E Manzoni non ci avrebbe ammorbato alle superiori con la peste, i bravi e Don Abbondio, oh.
Ah, a proposito: io ho sempre parteggiato per l’Innominato, ma è un gusto mio, lo capisco.
E Giacomo Leopardi? Su, non nascondetevi dietro il dito.
Anzi, dietro un mazzolin di rose e viole.
Sì, avete capito benissimo. Mi riferisco alla scandalosa poesia nota come Il sabato del villaggio ma che il lascivo poeta chiamava in altro modo, che qui non ripeto per educazione.
Poesia con la quale il nostro sbandierava impudico la sua predilezione per le minorenni.
Eh già, donzelletta vien dalla campagna, dice lui, altrimenti avrebbe citato una più matura donzella.
Ma non è finita qui, lasciatemi sfogare.
Ungaretti, signori miei, Ungaretti merita di diritto di entrare in questa immonda lista, o per meglio dire, Giuseppe ‘braccine corte’ Ungaretti.
Insomma, uno ha l’onore di essere celebrato in eterno come scrittore e si guadagna tale privilegio con un’opera di quattro parole?!
Mi illumino di immenso...
Anche io sono capace, cosa crede?
Mi incacchio di brutto, tiè.
Al contrario, non posso evitar di citare il megalomane Boccaccio, il quale pretendeva – noti i suoi litigi con la casa editrice – di pubblicare il Decamerone con un titolo a dir poco ingombrante: Comincia il libro chiamato Decameron cognominato prencipe Galeotto, nel quale si contengono cento novelle in diece dì dette da sette donne e da tre giovani uomini.
Infine, la buttò lì, ecco la bomba che farà discutere per mesi, anzi, anni, lo so bene.
Giovanni Verga era leghista!
Ma dai, è chiaro. Il romanzo I Malavoglia, con quella famiglia di pescatori meridionali funestati da un destino senza luce, rappresenta la sua confessione, il suo desiderio di affrancarsi da un sud pigro e senza brama di lavorare, fuorché con scarsa volontà.
In altre parole, di mala voglia.
Mi fermo qui, ma l’elenco sarebbe lungo.
Anche quello dei farmaci per curare i deliri, se è per questo.

La Notizia (Corriere della sera): «Dante antisemita e islamofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici» L'accusa di Gherush92 organizzazione di ricercatori consulente dell'Onu.