Festa del lavoro 2012: storia dei cavernicoli
Storie e Notizie N. 580
C’era una volta, tanto tempo fa, i primi dieci uomini sulla terra.
Le
rispettive compagne, vivendo in un’epoca ancora prettamente
maschilista, erano intente ad occuparsi dei bambini e delle varie
faccende di caverna.
I nostri, invece, passavano il tempo al circolo
della caccia, tra una chiacchiera e un bicchiere di latte di stegosaura,
poiché – nonostante il nome del circolo stesso – erano sempre le donne a
preoccuparsi di procurare il cibo per la famiglia.
Un po' perché le
mogli erano ormai stufe di questa situazione e anche perché loro stessi
erano stanchi di questa vita così monotona, dopo un’accesa discussione,
gli uomini arrivarono alla conclusione di dover trovare qualcosa da fare
per impiegare il tempo.
Il primo a chiamarsi fuori disse: “Io ho una
bella voce, salirò sulla roccia più alta del villaggio e canterò per
voi tutti i giorni.”
Così è nato il primo cantante famoso.
Il
secondo si alzò ed esclamò: “Io invece sono bravo a dare calci alle noci
di cocco e arrivo a fare anche otto palleggi, non so se mi spiego.”
Così è nato il primo calciatore professionista.
Il terzo si fece avanti e disse: “Io sono bello, sono il più figo di tutti e quando passo tutte le donne mi guardano.”
Così è nato il primo tronista.
Il
quarto si unì a loro e disse: “Io so fare alla perfezione le imitazioni
del verso del tirannosauro raffreddato e del brontosauro moribondo.”
Così è nato il primo attore di fiction.
Il
quinto non si fece attendere e disse: “Io ho il collo più lungo di
tutti e ci vedo come un’aquila, vi racconterò tutto quello volete.”
Così è nata la prima spia.
Il sesto si fece largo e disse: “Io sono il più forte e sono qui per garantirvi amicizia e protezione.”
Così è nato il primo mafioso.
Il
settimo tirò fuori una polverina da un sacchetto e disse: “Io vi posso
rifornire di questa mia medicina che vi farà viaggiare come pterodattili
in calore.”
Così è nato il primo spacciatore.
L’ottavo avanzò con le mani giunte e mormorò: “Io parlerò direttamente con il sole, la luna e le stelle, e pregherò per voi.”
Così è nato il primo prete.
Il
nono, che aveva osservato sino a quel momento la scena sorridendo, si
levò dritto e disse: “Io mi occuperò di risolvere i vostri problemi,
sarò il vostro portavoce e vi prometto che se mi appoggerete avrete
felicità e prosperità.”
E così è nato il primo politico.
Il decimo era rimasto seduto, con un’espressione perplessa.
“Fratello,”
gli disse l’uomo con le mani giunte, già calatosi nella parte, “e tu?
Non vuoi dedicarti a nulla? L’ozio rende il cavernicolo… brutto e
puzzolente”, aggiunse improvvisando.
“Io vorrei, ma vi siete già presi tutto quello che avrei desiderato fare io…”
Il primo politico della storia si avvicinò e gli disse: “So io che cosa farai.”
“Che cosa?” chiese l’interessato.
“Tu farai l’operaio.”
“E perché?” domandò l’altro.
“Perché almeno uno di noi deve lavorare.”