Monti Servizio Sanitario nazionale sostenibile cos'è
Storie e Notizie N. 817
Sono preoccupato.
Sono molto preoccupato.
Le parole del presidente del consiglio, del tecnico, mi hanno seriamente agitato, nonostante le solite smentite e conseguenti accuse ai media di travisare le dichiarazioni.
Ma non era quello di prima che…? Bah, lasciamo perdere.
Ad ogni modo, scusate, non mi sono ancora presentato.
Il mio nome è Servizio Sanitario Nazionale, ma potete chiamarmi anche SSN.
Sono nato nel 1978 in Italia e ho iniziato a muovere i miei primi passi due anni dopo, esattamente il primo luglio del 1980.
Devo tutto a mia madre, quella santa donna di RS, ovvero Riforma Sanitaria, altrimenti…
Altrimenti voi altri vi saresti curati ancora con la mutua.
Tale parola deriva dal Latino mutuus, ovvero dato in cambio, che poi era esattamente quel che avveniva. Ogni lavoratore otteneva le cure che gli spettavano in cambio di quel che la sua busta paga gli permetteva.
Questo era il passato, ma poi sono arrivato io.
Non tutti hanno visto di buon occhio il mio arrivo, lo so bene, ma ho fatto di tutto per non curarmene, verbo quanto mai azzeccato, poiché grazie al mio avvento è stato sancito un principio umano fondamentale che paesi come ad esempio gli Stati Uniti se lo sognano: ciascun cittadino colpito da una qualsivoglia malattia ha diritto a ricevere dalla stato le cure necessarie, sottolineo, a prescindere da quanto guadagni.
Mi rendo conto che nel mondo reale le cose non vadano mai esattamente come è scritto nei principi, ma averli come riferimento, come base, sono indispensabili.
Rappresentano l’arma con cui lottare per far sì che vengano rispettati, sempre e comunque, senza se e senza ma, e quando vi trovate sfiduciati ad affrontarne le contraddizioni della società pensate a come sarebbe se non ci fossero stati affatto…
Ora il premier tecnico dice che rischio di non essere più sostenibile, ovvero che per sopravvivere ho bisogno di trovare altre forme di sostentamento oltre allo Stato.
Qualcuno insinua che il nostro, si fa per dire, si riferisca all’intervento dei privati.
Ora, a parte il fatto che il solo pensare a chi possa nascondersi dietro quest’ultima parola mi fa venire i brividi, vorrei aggiungere un’osservazione che non mi piace mai fare, poiché non amo tirare in ballo gli altri, ma alla quale mi ritrovo obbligato.
Io non sono sostenibile? Io che sono un vanto nel mondo, perlomeno per quello che rappresento a livello ideale?
E le cosiddette missioni di pace lo sono?
Le banche sono sostenibili?
Sono sostenibili le multinazionali che poi licenziano e delocalizzano, senza fare nomi tanto s’è capito?
La Rai dei partiti è sostenibile?
I giornali che non vendono neanche una copia lo sono?
I partiti stessi sono sostenibili?
In ultima analisi, io che, senza falsa modestia, sono la parte più umana e umanizzante delle nostre fondamenta non dovrei venire prima di costoro?
Ecco, è proprio sapere che per chi ci governa non sia così che mi rende molto, ma molto preoccupato…
Altre da leggere:
Sono preoccupato.
Sono molto preoccupato.
Le parole del presidente del consiglio, del tecnico, mi hanno seriamente agitato, nonostante le solite smentite e conseguenti accuse ai media di travisare le dichiarazioni.
Ma non era quello di prima che…? Bah, lasciamo perdere.
Ad ogni modo, scusate, non mi sono ancora presentato.
Il mio nome è Servizio Sanitario Nazionale, ma potete chiamarmi anche SSN.
Sono nato nel 1978 in Italia e ho iniziato a muovere i miei primi passi due anni dopo, esattamente il primo luglio del 1980.
Devo tutto a mia madre, quella santa donna di RS, ovvero Riforma Sanitaria, altrimenti…
Tale parola deriva dal Latino mutuus, ovvero dato in cambio, che poi era esattamente quel che avveniva. Ogni lavoratore otteneva le cure che gli spettavano in cambio di quel che la sua busta paga gli permetteva.
Questo era il passato, ma poi sono arrivato io.
Non tutti hanno visto di buon occhio il mio arrivo, lo so bene, ma ho fatto di tutto per non curarmene, verbo quanto mai azzeccato, poiché grazie al mio avvento è stato sancito un principio umano fondamentale che paesi come ad esempio gli Stati Uniti se lo sognano: ciascun cittadino colpito da una qualsivoglia malattia ha diritto a ricevere dalla stato le cure necessarie, sottolineo, a prescindere da quanto guadagni.
Mi rendo conto che nel mondo reale le cose non vadano mai esattamente come è scritto nei principi, ma averli come riferimento, come base, sono indispensabili.
Rappresentano l’arma con cui lottare per far sì che vengano rispettati, sempre e comunque, senza se e senza ma, e quando vi trovate sfiduciati ad affrontarne le contraddizioni della società pensate a come sarebbe se non ci fossero stati affatto…
Ora il premier tecnico dice che rischio di non essere più sostenibile, ovvero che per sopravvivere ho bisogno di trovare altre forme di sostentamento oltre allo Stato.
Qualcuno insinua che il nostro, si fa per dire, si riferisca all’intervento dei privati.
Ora, a parte il fatto che il solo pensare a chi possa nascondersi dietro quest’ultima parola mi fa venire i brividi, vorrei aggiungere un’osservazione che non mi piace mai fare, poiché non amo tirare in ballo gli altri, ma alla quale mi ritrovo obbligato.
Io non sono sostenibile? Io che sono un vanto nel mondo, perlomeno per quello che rappresento a livello ideale?
E le cosiddette missioni di pace lo sono?
Le banche sono sostenibili?
Sono sostenibili le multinazionali che poi licenziano e delocalizzano, senza fare nomi tanto s’è capito?
La Rai dei partiti è sostenibile?
I giornali che non vendono neanche una copia lo sono?
I partiti stessi sono sostenibili?
In ultima analisi, io che, senza falsa modestia, sono la parte più umana e umanizzante delle nostre fondamenta non dovrei venire prima di costoro?
Ecco, è proprio sapere che per chi ci governa non sia così che mi rende molto, ma molto preoccupato…