12 12 12 Maya fine del mondo le prove
Storie e Notizie N. 831
E che vi devo dire.
Mia nipote è fatta così, prende tutto sul personale, è un’emotiva, lo è sempre stata. Ricordo ancora allorché esplose in tutta la sua travolgente potenza piangitoria e strillatoria solo perché osai sorridere per un tempo superiore al secondo netto al suo fratellino più grande.
Le donne vengono sempre prima di tutti, sembrò urlarmi alla tenera età di tre anni mentre mi fissava severa con gli occhi schermati dalle lacrime. Anzi, pareva aggiungere, quale tratto prettamente personale: io devo venire sempre prima. Delle altre donne non mi interessa.
E che vi devo dire, ho iniziato a volerle un infinito di bene da quel giorno.
Oggi mia nipote è una pre adolescente, portatrice insana di tutte le turbolenze del caso ed esattamente dodici minuti e dodici secondi dopo le dodici ha fatto in modo che il mio vetusto cellulare venisse scosso dalla volontà del suo super applicazionato Iphone.
“Sì, piccola mia?” ho risposto con voce trafelata dopo aver interpretato a fatica il nome del chiamante, trovandomi nel mezzo del traffico e assediato dai postumi di una rabbiosa manifestazione.
“Zio, ti posso chiedere una cosa, visto che tu racconti storie?”
“Certo”, ho risposto con gaudio, quasi dimenticandomi di stare guidando.
E che vi devo dire, questo accade quando qualcuno mi riconosce per ciò che più amo del mio tempo impiegato.
“Ma oggi ci sarà la fine del mondo o morirò solo io?”
“Perché pensi questo?”
Pausa nascondi cellulare di fronte ad occhio Vigile, quest’ultimo è la forza pubblica, non l’aggettivo.
“Zio… ci sei?”
“Sì, ora sì. Ti chiedevo perché pensi queste cose brutte?”
“Perché l’ha scritto un mio compagno sul muro della classe. Sta all’ultimo banco e la professoressa non lo vede, ma io sì…”
“Perché stai all’ultimo banco anche te?”
“No, perché mi piace…”
“Ah, capisco”, ho mentito e chi afferma di comprendere gli adolescenti o lo è anche lui oppure è un adulto bugiardo.
“Ma cosa ha scritto sul muro?” ho domandato con un pizzico di sollievo per aver lasciato alle spalle i resti del corteo.
“Aspetta che ti messaggio”, ha risposto lei.
“Cosa fai?” ho chiesto confuso, rivelando un’abnorme differenziale tra l’ascolto delle parole e la loro effettiva comprensione.
Din, ovvero approssimazione sonora della notifica di un messaggio.
“12 12 12 Maia morirà il mondo”, citava quest’ultimo.
“Zio…” ha mormorato dopo qualche istante la voce di mia nipote attraverso quella magia di cui ancora ignoro la natura chiamata telefono. “Sei ancora lì?”
“Certamente, cara. Scusami… ma devi stare tranquilla. Prima di tutto, il tuo compagno… come si chiama?”
“Michael”, ha risposto lei.
“E’ straniero?”
“No, è che ai genitori piaceva tanto Il Padrino e allora…”
“Michael Corleone?!”
“Già.”
“Dicevo, il tuo Michael ha sbagliato perché avrebbe dovuto scrivere Maya con la y. Si riferiva al popolo.”
“Quale popolo?”
“I Maya con la y.”
“Oh”, ha fatto lei iniettando in quelle due lettere tutto il buon umore ritrovato, “davvero?”
“Sicuro, non preoccuparti. E anche per quanto riguarda i Maya con la y e la profezia sulla fine del mondo, non curartene. Ho le prove che le profezie sono vere solo per chi ci crede. Per tutti gli altri sono solo delle favole da leggere o ascoltare.”
“Grazie zio, ti voglio bene.”
“Anch’io, cara.”
E che vi devo dire, per me è sempre stata una gioia restituire quest’ultima ai miei cari, soprattutto a mia nipote Maia, con la i.
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E che vi devo dire.
Le donne vengono sempre prima di tutti, sembrò urlarmi alla tenera età di tre anni mentre mi fissava severa con gli occhi schermati dalle lacrime. Anzi, pareva aggiungere, quale tratto prettamente personale: io devo venire sempre prima. Delle altre donne non mi interessa.
E che vi devo dire, ho iniziato a volerle un infinito di bene da quel giorno.
Oggi mia nipote è una pre adolescente, portatrice insana di tutte le turbolenze del caso ed esattamente dodici minuti e dodici secondi dopo le dodici ha fatto in modo che il mio vetusto cellulare venisse scosso dalla volontà del suo super applicazionato Iphone.
“Sì, piccola mia?” ho risposto con voce trafelata dopo aver interpretato a fatica il nome del chiamante, trovandomi nel mezzo del traffico e assediato dai postumi di una rabbiosa manifestazione.
“Zio, ti posso chiedere una cosa, visto che tu racconti storie?”
“Certo”, ho risposto con gaudio, quasi dimenticandomi di stare guidando.
E che vi devo dire, questo accade quando qualcuno mi riconosce per ciò che più amo del mio tempo impiegato.
“Ma oggi ci sarà la fine del mondo o morirò solo io?”
“Perché pensi questo?”
Pausa nascondi cellulare di fronte ad occhio Vigile, quest’ultimo è la forza pubblica, non l’aggettivo.
“Zio… ci sei?”
“Sì, ora sì. Ti chiedevo perché pensi queste cose brutte?”
“Perché l’ha scritto un mio compagno sul muro della classe. Sta all’ultimo banco e la professoressa non lo vede, ma io sì…”
“Perché stai all’ultimo banco anche te?”
“No, perché mi piace…”
“Ah, capisco”, ho mentito e chi afferma di comprendere gli adolescenti o lo è anche lui oppure è un adulto bugiardo.
“Ma cosa ha scritto sul muro?” ho domandato con un pizzico di sollievo per aver lasciato alle spalle i resti del corteo.
“Aspetta che ti messaggio”, ha risposto lei.
“Cosa fai?” ho chiesto confuso, rivelando un’abnorme differenziale tra l’ascolto delle parole e la loro effettiva comprensione.
Din, ovvero approssimazione sonora della notifica di un messaggio.
“12 12 12 Maia morirà il mondo”, citava quest’ultimo.
“Zio…” ha mormorato dopo qualche istante la voce di mia nipote attraverso quella magia di cui ancora ignoro la natura chiamata telefono. “Sei ancora lì?”
“Certamente, cara. Scusami… ma devi stare tranquilla. Prima di tutto, il tuo compagno… come si chiama?”
“Michael”, ha risposto lei.
“E’ straniero?”
“No, è che ai genitori piaceva tanto Il Padrino e allora…”
“Michael Corleone?!”
“Già.”
“Dicevo, il tuo Michael ha sbagliato perché avrebbe dovuto scrivere Maya con la y. Si riferiva al popolo.”
“Quale popolo?”
“I Maya con la y.”
“Oh”, ha fatto lei iniettando in quelle due lettere tutto il buon umore ritrovato, “davvero?”
“Sicuro, non preoccuparti. E anche per quanto riguarda i Maya con la y e la profezia sulla fine del mondo, non curartene. Ho le prove che le profezie sono vere solo per chi ci crede. Per tutti gli altri sono solo delle favole da leggere o ascoltare.”
“Grazie zio, ti voglio bene.”
“Anch’io, cara.”
E che vi devo dire, per me è sempre stata una gioia restituire quest’ultima ai miei cari, soprattutto a mia nipote Maia, con la i.