Falso cieco a Chieti: storia delle truffe
Storie e Notizie N.877
Siamo a Chieti, in Abruzzo.
“Hai sentito?” fa il vicino di casa ad Antonio. “Ne hanno beccato un altro.”
“Chi?” chiede il nostro.
“Un altro falso invalido, uno che faceva finta di non vedere e nel frattempo si beccava i soldi.”
Antonio ammicca ma aggiunge che questa è la storia delle truffe.
Di tutte, però.
“Di chi è più bravo a farle, e dai che lo sai.”
Il vicino è perplesso.
Antonio rincara la dose: “Dai, che quando qualcuno arriva in cima, anche te, che fai il moralista, stai lì ad applaudire, e su. E che fai lo schizzinoso, il puro, e vai a sindacare come ha fatto ad arrivare primo? Non te ne frega nulla e lo ammiri, perché vorresti essere al suo posto e mandare a quel paese tutto, non è così?”
Il vicino è sempre più perplesso.
Antonio continua: “E’ la storia delle truffe, di quelli che fingono di essere quello che non sono. Mica c’è solo lui, il cieco che ci vede. E dai, che lo sai.”
“Che so?” Sbotta l’altro. “Non ci sto capendo nulla.”
“E dai”, continua Antonio, “il vero problema è quando uno come il falso cieco finisce in disgrazia e lo arrestano. Questo pensi dentro di te, veramente: il tipo si è fatto prendere, si è fatto scoprire e allora anche tu come tutti a dargli giù, ma prima…”
“Ma prima che?” fa il vicino. “Tu non stai bene…”
“Io sto benissimo”, risponde Antonio. “La realtà è che delle prove non ne hai bisogno. Lo sai perfettamente chi non vale quel che racconta, la verità la sai benissimo. Ti basta guardarlo in faccia quel vecchiaccio col parrucchino tutto impomatato.”
“Ah”, fa improvvisamente il vicino toccandosi la fronte, “ma tu ti riferisci alla politica, al fatto che ho votato Berlusconi. Ma cosa c’entra…”
“Ecco, appunto.”
“Hai sentito?” fa il vicino di casa ad Antonio. “Ne hanno beccato un altro.”
“Chi?” chiede il nostro.
“Un altro falso invalido, uno che faceva finta di non vedere e nel frattempo si beccava i soldi.”
Antonio ammicca ma aggiunge che questa è la storia delle truffe.
Di tutte, però.
“Di chi è più bravo a farle, e dai che lo sai.”
Il vicino è perplesso.
Antonio rincara la dose: “Dai, che quando qualcuno arriva in cima, anche te, che fai il moralista, stai lì ad applaudire, e su. E che fai lo schizzinoso, il puro, e vai a sindacare come ha fatto ad arrivare primo? Non te ne frega nulla e lo ammiri, perché vorresti essere al suo posto e mandare a quel paese tutto, non è così?”
Il vicino è sempre più perplesso.
Antonio continua: “E’ la storia delle truffe, di quelli che fingono di essere quello che non sono. Mica c’è solo lui, il cieco che ci vede. E dai, che lo sai.”
“Che so?” Sbotta l’altro. “Non ci sto capendo nulla.”
“E dai”, continua Antonio, “il vero problema è quando uno come il falso cieco finisce in disgrazia e lo arrestano. Questo pensi dentro di te, veramente: il tipo si è fatto prendere, si è fatto scoprire e allora anche tu come tutti a dargli giù, ma prima…”
“Ma prima che?” fa il vicino. “Tu non stai bene…”
“Io sto benissimo”, risponde Antonio. “La realtà è che delle prove non ne hai bisogno. Lo sai perfettamente chi non vale quel che racconta, la verità la sai benissimo. Ti basta guardarlo in faccia quel vecchiaccio col parrucchino tutto impomatato.”
“Ah”, fa improvvisamente il vicino toccandosi la fronte, “ma tu ti riferisci alla politica, al fatto che ho votato Berlusconi. Ma cosa c’entra…”
“Ecco, appunto.”