Elezione presidente repubblica 2013: storia della dodicesima donna

Storie e Notizie N. 898

Il 18 aprile si comincia.
Il capo dello stato, colui che più di ogni altro avrà il compito di rappresentare l'unità del nostro paese per i prossimi sette anni, ovvero qualunque cittadino italiano con almeno cinquanta anni di età e i sufficienti diritti civili e politici, dovrà avere un nome.
Qualunque cittadino italiano sopra i cinquant’anni.
Con i diritti civili e politici.
Quindi, non è detto che debba essere per forza un politico di professione, un deputato, un senatore, a vita o meno.
Non è scritto che debba essere di sicuro un uomo, cioè un maschio.
Non è scritto, ma, come al solito, la storia con la esse maiuscola racconta altro.
Non ci si illude, qui, state tranquilli.
Tuttavia, nessuno vieta ad una piccola storia, perfino con una esse minorenne, di seguire alla lettera ciò che la nostra Costituzione permette.
E quando la più importante carta della nostra memoria ci consente di sognare, come possiamo perdere questa occasione?
Per questo vi dico che il dodicesimo presidente della repubblica italiana sarà una donna, una madre, una persona per bene, al di sopra delle parti, una cittadina normale, che sa dove vive, perché ha sempre vissuto con i piedi ben piantati, dove vive.
Una donna con un’infanzia comune, condivisibile, che chiameremo Anna.

Da piccola era molto generosa, perché aiutava quasi ogni giorno a fare i compiti il suo compagno di banco, meno dotato: “Sta sempre a casa de Nicola”, diceva spesso la madre.
Da ragazza amava leggere e ha sempre comprato libri di ogni genere e qualsivoglia editore, dai grandi ai piccoli, da Feltrinelli a Tempesta, da La Ginestra a Einaudi.
E poi le piaceva viaggiare, per esplorare i boschi e le foreste più intricate, attraversandole impavida facendosi largo tra arbusti e Gronchi.
Il padre ne parlava con orgoglio: “Mia figlia rimarrà nella storia, vedrete, rimarranno i Segni del suo passaggio.”
Ne sanno qualcosa gli abitanti dell’isola di Saragat, nell'Oceano Indiano dove passò le sue prime vacanze senza i genitori e si distinse per impegno e dedizione in un campo di lavoro a favore degli orfani locali.
Nondimeno, la qualità principale che le sue amiche le hanno sempre riconosciuto è il coraggio: “Se fosse nata animale, sarebbe stata una leonessa con il cuore di un Leone. O forse il viceversa.”
Magari anche per questo il presidente Pertini, il solo nome che qui appare per quel che è, era il suo mito.
E lo è ancora oggi.
Al contrario dell’unico nome che qui non c’è.
Gli ultimi anni non sono stati facili e i genitori della donna che guiderà il nostro paese se ne sono andati. Sua madre è spirata di crepacuore due giorni dopo la morte del marito, affetto da tempo dal morbo di Scalfaro.
Eppure questo non ha fermato il cammino della futura prima cittadina italiana, consapevole di quanto la strada della vita sia tortuosa, sia che si scivoli che si inCiampi.
Ebbene sì, dopo Napolitano, il dodicesimo presidente della repubblica sarà una novità per tutti.
Donna, madre, moglie e ora anche capo dello stato.
Sarebbe ora.
 



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