Altavista Yahoo chiude motore di ricerca: mia nonna dice

Storie e Notizie N. 960

Vengo a sapere or ora che AltaVista ha le ore contate, poiché pare che i vertici di Yahoo! ne abbiano decretato il licenziamento.
Ovvero, la condanna a morte.
Perché se un Motore di ricerca smette di ricercare non ha più ragion d’essere.
A cosa serve un motore che sta lì, a farsi i fatti propri, a pensare alle vacche in Puglia, come diceva mia nonna?
Già, come diceva mia nonna.
Anzi, come dice mia nonna.
C’è stato un tempo in cui solo i nonni erano coloro che sapevano il significato delle parole più insolite, che ricordavano storie e immagini, che raccontavano aneddoti e rivelavano segreti.
E così, come solevo premettere allora, mia nonna dice…

Mia nonna dice che Altavista è andato di sicuro nel paradiso dei motori di ricerca.
Perché uno che ha lavorato tutta la vita per rispondere ai quesiti del prossimo senza ricevere alcunché in cambio, senza lo straccio di una pensione all’orizzonte, né un premio e tantomeno la seppur minima dimostrazione di riconoscenza, se non avrà il paradiso ad attenderlo quando si spegneranno le luci del web allora vuol dire che è proprio bastarda la rete.
E questo io non voglio pensarlo.

Mia nonna dice che quando non c’erano i motori di ricerca si faticava di più.

Per scoprire il significato di un termine astruso, come proprio astruso, avresti dovuto prendere il vocabolario e sfogliarlo sino ad intercettare con lo sguardo la giusta definizione.
Per conoscere i dettagli su una suggestiva notizia avresti dovuto comprare il giornale e soprattutto trovare il tempo di leggerlo.
E per vedere come veniva in fotografia l’attrice o l’attore del momento avresti dovuto attendere l’uscita della rivista con addirittura il poster in esclusiva.
Ma se tutto ciò non fosse bastato, be’, allora saresti andato da nonna.

Perché quando mia nonna dice che si faticava di più si riferiva a lei.
Tutto era più lento, è chiaro.
Inforcava gli occhiali, schiariva la voce, si sedeva in poltrona, prendeva il gomitolo di lana, ti chiedeva come stava tuo padre, come andava il nuovo lavoro di mamma e nel frattempo se n’era già andata mezz’ora.
Ma ciò era equo, equo per tutti.
Perché non sarebbe valso un fico secco quanto veloce era il tuo Processore e quanto ampia la tua Ram, volgarmente cervello e memoria.
Il tempo di risposta sarebbe stato uguale per tutti.
Le eventuali differenze tra noi altri nipoti sarebbero entrate in gioco dopo, quando avrebbe contato sul serio.

Infatti, mia nonna dice che quel che importa davvero non è ciò che sai e quanto sai, ma cosa ne fai.
Dice anche che è banale, ma che ad esempio sulla parola amore conosce solo una persona, che tra l’altro non è mai stato un adone.
Di sicuro non uno che trovi sempre in home su Google, che ha migliaia di followers su Twitter e piacitori su Facebook.
Ciò non toglie che la faccia ridere di gioia almeno una volta al dì.
A me talvolta fa paura, quando si cambia la dentiera.
Ma io non ho sposato il nonno.
E anche questo lo dice mia nonna.
 



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