Greenpeace Russia Arctic Sunrise Jack Sparrow scrive a Putin

Storie e Notizie N. 987

Gli attivisti di Greenpeace che si trovano in carcere per aver tentato di boicottare la piattaforma petrolifera russa rischiano una pena fino a 15 anni.
Per pirateria.
Il noto filibustiere Jack Sparrow, venuto a sapere del fatto, ha deciso di scendere in campo.
Ovvero in acqua.
E ha scritto una lettera a Putin…

Caro Vladimir,

pirati, sì, pirati.
Ce ne sono di pirati, a questo mondo.
Di molteplici tipi, in fede mia, ad essere onesto.
E se per una volta tale sono, ti prego di prestarmi orecchio.
Ci sono i pirati casalinghi, i più pericolosi e meno acciuffabili.
Se non altro con le mani nel sacco.
Rubano biscotti sopraffini con il favore delle tenebre.
E saccheggiano nutella con il medesimo vantaggio.
Frugano tra le tue parole più segrete allorché ti allontani all’orizzonte.
E questo non si fa, no.
A meno che non sia per capire meglio.
E amare ancor di più.
Unica perdonanza concedibile, in fede mia.
Vi sono altresì pirati più sofisticati e meno rintracciabili.
Sguardi sono il loro bottino.
Sì, hai compreso appieno, non v’è equivoco.
Letteralmente sguardi, sono da costoro afferrati e portati via.
Sul treno al mattino, stretti nell’apparente anonima calca, attraverso le rispettive finestre viaggianti a bordo di sempre troppo frettolose auto, più che mai in strada, ahimè ciascuno lanciato incontro alla riva opposta.
Difficile, poi, capire cosa ne faranno di quegli occhi scippati, in fede mia.
Ci sono anche i pirati di speranze, i più infimi che la storia abbia mai potuto ospitare nelle sue maggiormente deprecabili pagine.
Perché solo un cuore inerte può essere in grado di parlare, declamare e soprattutto promettere albe e tramonti felici alle anime semplici e credulone che popolano copiose le piazze del mondo.
Sono persuaso che tu conosca molto bene quest’ultimo tipo di marrani, nevvero?
Come non citare, è ovvio, i pirati di emozioni, categoria che mi affascina particolarmente.
Razza ingannevole assai, codesta.
Con parole preziose e volteggi invidiabili, voce leggiadra e gesti suggestivi, colpiscono lì dove siamo tutti, nessuno escluso, più indifesi.
E il vero spettacolo ha inizio, sul proscenio del ventre come dietro le quinte al riparo del cranio, con tutte le variazioni del caso.
Tra gioia e indignazione, passando inevitabilmente per l’amore.
Ora, so bene quale potrebbe essere la tua obiezione, come quella di chiunque altro, se proprio qui terminassi la mia arringa.
Pirati, sì, i pirati sono anche quelli come me, virtuosi dell’abbordaggio e mano lesta laddove l’appetitoso scrigno ci faccia l’occhiolino.
Nondimeno, tu ed io sappiamo perfettamente che le persone che tieni in gabbia non appartengono affatto a quest’ultimo tipo di pirati.
Ne rappresentano, nostra fortuna, un altro ancora.
I pirati del sonno.
Sono implacabili, è vero, non hanno pietà e senza indugio alcuno ci privano del dolce dormire, che poi così dolce non è.
Palpebre incollate sopra e sotto e là, sullo schermo della nostra latitante coscienza, mandano in onda sempre lo stesso film.
Cambia il titolo ma anche il sotto titolo rimane uguale: umanità sopravvive se natura vive.
Ecco, in fede mia, a parte quelli della risma del sottoscritto o qualcuno degli altri che ho citato, come si può imprigionare siffatti pirati?
Sarebbe come condannare se stessi a morte.
Perché la natura è il loro capitano, in fede mia.
E umanità sopravvive se natura vive…

Il video:






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