Giornata mondiale contro il razzismo 2017: la gara dei mostri

Storie e Notizie N. 1205 

C’era una volta una città.
Una città spaventosa e mai tale aggettivo fu azzeccato.
Sì, perché è proprio della città dei mostri, che parlo.
La città dei mostri era abitata da mostri.
Solo mostri.
Mostri veri, mica roba da ridere.
Tipo quella roba raffazzonata che ormai non fa più paura a nessuno.
Che sfiora addirittura il ridicolo.
Come vampiri con denti di plastica e morti viventi che si credono vivi.
Fantasmi che fanno di tutto per farsi vedere.
Ascoltare.
Perfino toccare, purché qualcuno li convinca di esistere per davvero.
No, nella città dei mostri i mostri erano mostruosi sul serio.
E si facevano paura a vicenda quotidianamente.
Come disse un celebre mostro, se non emetti un urlo di terrore almeno una volta al giorno, quel giorno non merita di essere vissuto.
Tuttavia, il troppo stroppia e laddove il mostro si mostri eccessivamente, finisce che si scorge la mannaia sotto la manica e il cadavere non puzza più, ecco.
In breve, arrivò il giorno in cui la paura iniziò a scarseggiare.
Indi per cui, i più sadici tra i mostri cittadini, gli addetti all’intrattenimento televisivo, ebbero la giusta pensata.
Per ritrovare il tenebroso smalto di un tempo organizzarono un talent show del brivido.
Ovvero un concorso per eleggere il mostro più pauroso.
La sera della finale i concorrenti in gara erano agguerriti come non mai.
I giudici attendevano con ansia dietro il banco esaminatore.
Al centro il capo, la signora pc, groviglio di cavi impazzito per capelli, emoticon versione faccina ubriaca al posto degli occhi e labbra a forma di entrata USB.
A destra il signor Equitalia, con un bancomat che funzionava al contrario al posto della testa e a sinistra mister Tangente, dal corpo minuscolo ma le mani e la pancia grandi.
Avidamente grandi.
La signora pc diede il via alle esibizioni e seguì uno spettacolo orrido senza precedenti.
Lady FBFacile Bocca, malgrado le apparenze non confondetevi con il noto social - si presentò con tovagliolo al collo davanti ad un piatto ricolmo di zanzare bollite e nutella scaduta, che è un delitto di tenore sacrilego, senza scherzi.
“Mi piace”, recitava ad ogni singolo boccone del rigurgitante pasto.
Tutti i presenti rimasero orripilati, ma uno dei concorrenti rideva.
Sir Hashtag – anche qui, ignorate le affinità con il famoso sito – promise e mantenne la parola di declamare per dodici ore senza interruzione solo idiozie in massimo 140 caratteri.
Alla fine c’erano alcuni che rimpiansero le zanzare con la nutella.
Ma uno dei concorrenti continuava a sganasciarsi.
Il punto massimo di sgomento si raggiunse con Lord Bicamerale, una creatura con due teste che parlavano all’unisono.
Una diceva una cosa che l’altra si rimangiava, quest’ultima ci ripensava, ma l’altra dissentiva, l’attimo seguente si dimostravano d’accordo su ciò che li dividesse, per poi accusarsi reciprocamente di non essere credibili, fino a mangiarsi a vicenda.
Quindi ciascuno vomitava l’altro e ricominciavano da capo.
I giudici e tutti i concorrenti desideravano scappare e maledissero l’idea del talent.
Mentre uno dei partecipanti in gara, l’ultimo, non aveva mai smesso di sghignazzare.
“Tu”, disse la signora pc, “perché continui a ridere?”
“Perché io sono il più mostruoso di tutti”, affermò costui con arroganza.
“Perché?” chiese perplessa il capo dei giudici.
In effetti il tipo appariva come un essere innocuo, solo due braccia, due gambe e un paio d’occhi, niente artigli e code supplementari, completo grigio, cravatta anonima e volto altrettanto insignificante.
“Io sono il vincitore”, spiegò il tizio, “perché sono capace di insegnare al prossimo ad aver paura degli altri solo perché hanno un diverso colore della pelle.”
In quell’istante si fece il vuoto intorno a lui, poiché tutti i mostri in gara si allontanarono con un’espressione sdegnata.
La signora pc, squadrandolo con occhio severo, disse: “Tu sei espulso dalla competizione.”
“Perché mai?” chiese incredulo l’altro.
“Perché hai violato la prima regola della città dei mostri: noi facciamo paura, non la creiamo.”
Quelli sono gli esseri umani.

Il razzista è un mostro che non fa paura, lui è solo quello che la inventa.

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