Legge discriminazione gay nel regno dei normali video

Storie e Notizie N. 1209 

Leggo che Mike Pence, governatore dell’Indiana, ha sottoscritto il "Religious Freedom Restoration Act" (nella forma dell’Indiana "religious objections" bill).
Ciò pare assicurerà a chiunque la facoltà di negare ogni tipo di servizio a qualcuno nel caso in cui il proprio credo non riconosca come normale il suo comportamento sessuale.
Pensate se le cose fossero davvero così come le difendono i timorati di professione.
Figuratevi cosa vorrebbe dire vivere dove la retta via sia una e solo una…

C’era una volta il regno dei normali.
Dove le cose erano semplici.
Chiare.
O al peggio, scure.
Uomo e donna.
Regalmente in quest’ordine.
Nonostante il bel dire nelle serate d’ordinanza, quel che conta è dove ti siedi.
E il posto che lasci agli altri.
Immaginatevi persona sbagliata tra le anime nette.
Esistenza traballante dalla coscienza confusa.
E una morale perennemente attraversata da un colossale punto interrogativo.
Figuratevi le proporzioni del peccato.
Sentir nascere domande laddove tutti intorno a te avessero risposte, anche senza bisogno di roba ormai sopravvalutata.
Come le domande.
Il silenzio sarebbe una strada, sì.
Forse la migliore, in prima istanza.
Maschera inespressiva o mantello dell’invisibilità di giorno.
Rigorosamente entrambi di notte.
Perché si sa.
Nel regno dei normali la notte non porta consiglio.
A meno che non sia quello di chiudere gli occhi e fare buoni sogni.
Quelli che potrai liberamente raccontare al mattino.
Tutto il resto, dimenticalo.
Potresti parlare, certo, ma non sarebbe un semplice racconto.
Un equilibrato viaggio di parole, da me a te.
Le ginocchia dovrebbero baciare il terreno con contrizione sincera.
Il capo dovrebbe chinarsi al punto da mostrare una nuca sufficientemente umile.
E la voce dovrebbe farsi guidare da una santa vergogna.
Per non aver dimostrato puntuale letizia.
Di essere eletto tra gli eletti.
I normali.
Nondimeno, perfino pentirsi di esistere potrebbe non bastare.
Perché tra le creature imperfette ce ne sono alcune che nascono con i sensi talmente distorti dal ritenere la contraddizione una vocazione obbligata.
Come una vita errata al posto giusto.
Come un breve e ingenuo racconto che pretenda attenzione alle spalle di una platea adorante innanzi alla vetrina prestigiosa.
Come qualcuno che sull’idea che il regno dei normali non esista, tranne che nelle fobie di un narratore privo di coraggio, sia disposto a scommetterci una vita intera.
Vale la pena vedere chi alla fine vincerà, non credete?

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