Bambina vive 74 minuti e dona organi: prendi tutto

 Storie e Notizie N. 1296

Una bambina inglese di nome Hope è vissuta per 74 minuti a causa di una anencefalia rilevata in gravidanza. Le sopravvive il fratellino gemello.
I genitori hanno deciso di donare i suoi organi…

Mi chiamo Hope.
Ma leggi pure Speranza.
Dividimi e prendi tutto.
Afferra quello che vuoi.
Ciò che desideri ardentemente.
E che non chiedi, ignorando quanto ti manchi.
Sollevami e separami in settantaquattro parti.
La prima si chiama possibilità, tutto quello che avrei potuto essere.
E che tu puoi ancora.
La seconda si chiama generosità, la mia, quella dei miei genitori, delle parti stesse che mi compongono che completeranno vita. Anzi, esagera, comprendi nel tutto anche quel che già ti completa, ma che non hai mai ringraziato.
La terza, la quarta e la quinta chiamale i tre figli mancati. Quello che un giorno avrai, quello che non hai mai avuto e quello che non è figlio tuo.
Ma lo è, eccome se lo è.
La sesta e la settima chiamale le amanti cieche, umane danzanti fuse in un abbraccio perfetto e proiettate l’una verso l’altra, seppur incapaci di cogliere forme e contenuti dell’altra. Come il dono di ogni parte di sé ad altrettanti estranei.
I tasselli dall’ottava alla dodicesima chiamali i meravigliosi cinque, o i più famosi fantastici più uno, magici poteri che per settantaquattro minuti mi hanno raccontato la storia intitolata vita.
I frammenti dalla tredicesima alla ventitreesima chiamali gli undici, unici, eroi in campo, altro che palle che rotolano. Non conta il nome da inneggiare, né la figurina da incollare e tantomeno l’estro da imitare. Perché la normalità di tale squadra è l’eccellenza, celata tra racconti quotidiani con mortali protagonisti come me.
Mamma.
E papà.
I brandelli dalla ventiquattresima alla quarantunesima chiamali i diciotto mai festeggiati, traguardi scontati e straordinari. Ciò che mi avrebbe davvero reso unica e che solo per una fortunata coincidenza o possente forza di volontà traspare dal volto che guardi.
Le briciole dalla quarantaduesima alla sessantaseiesima chiamale le nozze d’oro sognate. A cui ora, perché solo un’ora o poco più possiedo, partecipo vestita d’amore e riconoscenza per coloro che, per amore e riconoscenza, celebreranno l’incontro che mi ha dato luce.
La sessantasettesima e la sessantottesima chiamale semplicemente noi, tu ed io, fratellino dalle ali più forti. Cielo, fa che il vento che avrebbe spinto anche me sia doppio per lui.
Dalla sessantanovesima alla settantesima chiamale semplicemente voi, adorati genitori. Cielo, fa che il vento di cui sopra cancelli le vostre lacrime per il mio troppo breve passaggio.
La settantunesima, la settantaduesima e la settantatreesima chiamale il nostro numero perfetto, voi e noi privi di me, perché tale spero che sia, senza rimpianti e con tutto il meglio che resterà.
L’ultima mia parte, la settantaquattresima, la porterò con me quale prezioso ricordo.
Del dono che ho lasciato indietro.
A raccontare storie.
Vive...