Storie di immigrati: Nel fantastico mondo dei mostri al contrario

Storie e Notizie N. 1354

Gli scontri a Idomeni tra la polizia e i profughi, tra cui migliaia di bambini, si fanno sempre più violenti.
Una storia di mostri…



Dei mostri.
Dei veri mostri, ormai, non abbiamo più paura.
Sono gli altri, che abbiamo imparato a temere.
I mostri al contrario.
Tra i più inverosimili, come non citare fuochi che sputano draghi e zanzare donatrici di sangue.
Tsunami che restituiscono villaggi e paesaggi addirittura rimessi a nuovo.
Terremoti che offrono solo ritmo sincopato a chi ha già ballato abbastanza, fino a oggi.
E mari che naufragano nei cuori finalmente al sicuro dei figli dei barconi.
Cacciatori che smontano fucili e al contempo rimontano animali, frammento su frammento, come con i puzzle.
Ma anche fantasmi che raccontano favole della buona notte e incubi a lieto fine.
Iniezioni letali di sciroppo per la tosse e sciroppi per la tosse che curano il mal di vendetta.
Vittime civili che si fanno esplodere di vita sulla pubblica piazza.
E alcuni tra i più straordinari esemplari di ciechi di questo mondo, benedetti non vedenti che andrebbero clonati e diffusi ovunque come deterrenti umani contro l’ottusità vigente.
Coloro che non vedono differenze dove non ce ne sono e scorgono uguaglianze dove dovrebbero essercene.
Uno, dieci, cento uomini che circondano una donna sola, indifesa sulla via, lontana dalla luce e tutti insieme la salvano.
Da tutto quel che potrebbero farle di brutto.
Muri che si mettono in testa di costruire persone forti e persone semplicemente sagge che si mettono in testa di abbattere muri.
Che forti non lo sarebbero stati mai.
Uomini soldato che diventano bambini e bambini che giustamente diventano liberi.
Dall’essere entrambi, uomini e soldati.
Gente che ama l’amore altrui e odia il proprio odio.
Per l’amore altrui.
Pioggia, incessante pioggia di lacrime inutili che si levano in cielo.
Per creare nuvole grigio nere di ogni forma, anche la più minacciosa, ma destinate a dissolversi grazie al vento.
Che soffia al contrario, da una montagna di canditi agli eterni spettatori della tavola feconda.
Respingitori di passati tristi che allargano le braccia.
E accolgono e soccorrono, come se fosse la cosa più naturale sulla terra, i futuri, i soli futuri possibili.
Del presente di tutti...

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